L'intuizione del medico valtellinese per combattere l’infarto

Il dottor Gianfranco Cucchi approda su una prestigiosa rivista scientifica

Il dottor Gianfranco Cucchi

Il dottor Gianfranco Cucchi

Sondrio, 2 dicembre 2016 - Un'importante intuizione di un medico valtellinese gli è valsa la pubblicazione sulla prestigiosa rivista medico-scientifica dell’associazione per lo studio dell’aterosclerosi, trombosi e biologia vascolare Atbv. Il medico in questione è Gianfranco Cucchi, direttore della struttura semplice di Cardiologia-Utic dell’ospedale di Sondrio. Cucchi è uno dei maggiori esperti italiani di trombolisi cardiaca (terapia antitrombotica in grado di lisare un trombo) e nell’articolo pubblicato sulla rivista specializzata ha segnalato, primo al mondo, un nuovo elemento nel trattamento dell’infarto miocardico acuto. L’articolo, dal titolo «Trombolisi rescue?», è rivolto a medici ed esperti, difficile da comprendere per i «profani».

All’interno il dottor Cucchi porta come esempio il caso clinico di un uomo di 68 anni con familiarità per cardiopatia ischemica, padre deceduto per infarto miocardico a 60 anni, ipertensione arteriosa in trattamento, e che da due ore lamenta dolore costrittivo retrosternale irradiato alla mandibola e agli arti superiori, giunto autonomamente al Pronto Soccorso. L’intuizione del cardiologo valtellinese consiste nel concetto di «trombolisi rescue», che lui scrive «in letteratura non si trova», e che consiste nella possibilità di salvare il paziente con una trombolisi in caso di fallita Ptca (Angioplastica coronarica transluminale percutanea). Concetti difficili da comprendere per molti, come detto, ma che in campo medico, e in particolare in Cardiologia, costituiscono un’importante innovazione portata dal primario sondriese.

«Il caso clinico descritto evidenzia questa possibilità: la “trombolisi di salvataggio” è stata proficua - si legge nelle conclusioni dell’articolo pubblicato a fine novembre -. Quale sarebbe stato il destino del paziente se non fosse stato sottoposto a trombolisi? Non è difficile ipotizzare che sarebbe andato incontro a un grave e precoce scompenso da severa riduzione della funzione ventricolare sinistra, oltre che a una maggiore mortalità».