ROSARIO PALAZZOLO
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Sesto, «Che bella la nuova stazione! Peccato che non pensi a me da sempre in sedia a rotelle»

La denuncia di Lisa che ha solo 10 anni

La piccola Lisa di soli dieci anni insieme ai suoi genitori

La piccola Lisa di soli dieci anni insieme ai suoi genitori

Sesto San Giovanni (Milano), 20 ottobre 2015 - Per riqualificare la stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, la scorsa primavera erano stati scomodati persino alcuni professori universitari che avevano consigliato di imbiancare tutto con colori riposanti e antistress. E a giudicare dalla calorosa inaugurazione che si è tenuta 15 giorni fa, con politici e autorità cittadine, il risultato parrebbe essere stato raggiunto. Tutti ad applaudire i nuovi colori delle pareti e i nuovi sistemi di illuminazione che, per fortuna, la sera fanno sentire i passeggeri un po’ più al sicuro. Una stazione rinnovata dopo oltre 45 anni dalla sua costruzione. Peccato che nessuno, né politici né tecnici, abbia pensato ancora una volta ai bisogni dei disabili.

Già, perché nemmeno questa volta si è fatto nulla per prevedere l’abbattimento delle barriere architettoniche in una stazione che ne avrebbe davvero bisogno. Perché ogni viaggiatore che non può spostarsi sulle sue gambe è praticamente escluso. Da piazza Primo Maggio i treni partono e arrivano su cinque binari. Ma solamente uno è raggiungibile per chi si trova su una sedia a rotelle. A denunciare, suo malgrado, questa mancanza è la piccola Lisa, 10 anni, da sempre costretta su una sedia a rotelle, ma non per questo rassegnata a vivere una «vita minore». Lei e i suoi genitori, in queste settimane hanno vissuto indirettamente il clamore riservato dalla politica alla «riqualificazione di facciata» della stazione di piazza Primo Maggio. Bei colori, grande effetto, ma poca sostanza. «Avevamo seguito i lavori in corso per la stazione e ci aspettavamo che la prima miglioria sarebbe dovuta essere la posa di un montascale per i disabili – raccontano Annamaria Saliva e Stefano Di Battista, genitori di Lisa –. Siamo rimasti molo delusi».

Ogni qualvolta Lisa deve raggiungere Milano con i mezzi, i due genitori sono costretti a cimentarsi in una faticosa quanto pericolosa scalata, portando su e giù dalle rampe di scale la sedia a rotelle della loro bambina. Lo hanno fatto quattro volte nelle ultime settimane per accompagnare Lisa a Expo. Perché la stazione è completamente sprovvista di qualsiasi sistema per agevolare i disabili. Ad esclusione del binario Uno, che si trova a livello dell’ingresso, per raggiungere gli altri binari occorre attraversare il corridoio che si trova al piano meno uno, sotto la sede ferroviaria, e risalire le scale che conducono ai binari dal 2 al 5. «Per scendere usiamo un trucco – confessano – è disponibile l’ascensore che scende in metropolitana, da lì si può usare un percorso che si collega direttamente con il corridoio sotterraneo. Poi occorre salire a piedi».

Ma poi Lisa confessa: «Una volta, ci hanno cambiato il binario all’ultimo momento, è stato complicatissimo scendere e risalire, pensavamo di perdere il treno». Una mancanza che oggi appare assurda, ma che salta agli occhi ancora più fastidiosa e inaccettabile dinanzi ai tanti applausi e complimenti giunti dalla politica sestese per i recenti lavori compiuti nella stazione. «Fa specie che ci sia concentrati sui colori delle pareti, ma nessuno si è osto il problema di quanto sia realmente accessibile la stazione», conclude desolato Stefano Di Battista. Proprio ieri Rete Ferroviaria Italiana ha comunicato di avere avviato negli ultimi mesi uno studio di fattibilità per l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutte le stazioni lombarde. Sesto sarebbe nell’elenco prioritario, vista la grande affluenza di passeggeri.