Il ponte "anomalo" sta cedendo: traffico vietato ai mezzi pesanti

Paderno, il Comune: non è pericoloso, ma via ai provvedimenti di Simona Ballatore

Cedimenti del ponte a Paderno (Spf)

Cedimenti del ponte a Paderno (Spf)

Paderno Dugnano (Milano), 24 agosto 2014 - Il ponte di via Cesare Battisti è «anomalo» e presenta alcuni cedimenti alla base: vietato l’accesso ai mezzi pesanti, bus esclusi, e lavori all’orizzonte. La storia inizia nel 1999 con la progettazione di quel viadotto chiamato a oltrepassare il Seveso e le ferrovie Nord, collegando la frazione di Paderno. Un’opera che sin dai suoi primi anni di vita aveva riservato alcuni grattacapi all’amministrazioni comunale. Tanto che, nel 2003, era stata predisposta anche una commissione di indagine ad hoc. Il problema? Non c’era una piena corrispondenza fra quanto disegnato sulla carta e quanto effettivamente realizzato. Un tirante salta subito. Poi la situazione sembra stabilizzarsi fino a balzare nuovamente alla cronaca nel mese di marzo di quest’anno. È un incidente - che nulla ha a che vedere con le crepe - a riaccendere i riflettori sul ponteUn'auto abbatte il parapetto e, per miracolo, non precipita giù. L’ufficio tecnico esce per ripristinare la barriera ma si rende conto che alla base qualcosa non va. Così ripartono le perizie. Anche perché la struttura deve essere abbastanza «elastica» per fare i conti con il movimento del fiume e le vibrazioni del treno. «C’è una difformità nel muro di contenimento - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Tonello -. Non è pericoloso al momento, non rischia di crollare, per questo non chiuderemo il ponte, ma verranno intraprese azioni per ripristinare il muro di sostegno sul lato della serra». Anche perché i tiranti stanno andando alla deriva.  Tonello era presidente di quartiere quando, nei primi anni del 2000, vennero a galla i primi problemi. «Avevo fatto un esposto alla Procura della Repubblica che finì nel nulla, fu archiviato - ricorda -. Adesso, senza creare allarmismi, dovremo intervenire perché scivola».  Le ferite non si vedono dall’alto ma dal lato della serra. «Ci sono stati cedimenti nel tempo - ricorda il titolare del vivaio Giorgio Ballabio - che si vedono solo alla nostra parte. Sul muro si è aperta una crepa gigantesca, magari rimane lì per anni, ma non possiamo prevedere il futuro. Per fortuna non è successo niente per ora ma ci auguriamo un intervento definitivo». Si inizia con il blocco dei mezzi pesanti per non sollecitare ulteriormente la struttura. I cantieri per cercare di scrivere la parola fine sulla vicenda e sistemare i tiranti potrebbero spuntare nel mese di ottobre. 

simona.ballatore@ilgiorno.net