Uccisi nel blitz a Sesto contro Walter Alasia: "Non cancellate questa pagina cupa"

Quarant’anni fa cadevano il maresciallo Bazzega e il vicequestore Padovani IL SINDACO CHITTO' SU ALASIA: "SESTO PAGO' UN PREZZO ALTISSIMO"

La scena del crimine il 15 dicembre del 1976

La scena del crimine il 15 dicembre del 1976

Sesto San Giovanni (Milano), 15 dicembre 2016  – In questi decenni, sono stati chiamati per lo più "eroi". A seguire, "vittime del terrorismo". Infine, "esempio". Esempio "di sacrificio. Di chi antepone persino la propria vita alla collettività". Esempio "di quella polizia che ci deve essere in democrazia". Quarant’anni fa morivano il maresciallo Sergio Bazzega e il vicequestore Vittorio Padovani. Morivano all’alba del 15 dicembre del 1976 durante un conflitto a fuoco in un appartamento di via Leopardi 161.

Con i genitori e il fratello Oscar, lì abita Walter Alasia, un ragazzo di 20 anni, un membro delle Brigate Rosse. La polizia suona prima il campanello. Alasia si mette a sparare dal corridoio, rischiando di colpire anche la madre e il padre. Poi cerca di scappare. Si gira per un’ultima volta e spara: a terra finiscono sia Bazzega che Padovani, mentre il terrorista salta dalla finestra. Un balzo di un metro, dal piano terra dei palazzi popolari di via Leopardi. Ad attenderlo ci sono gli altri poliziotti della squadra che, avendo sentito il rumore degli spari, aprono a loro volta il fuoco. Una strage che ha segnato la vita di Sesto, all’epoca ancora la Stalingrado d’Italia con le grandi fabbriche e i volantini delle Br che giravano anche tra i reparti. La reazione della città fu esemplare: la città operaia isolò i terroristi, dopo l’uccisione dei due "servitori dello Stato".

Quattro anni dopo altro sangue, con l’uccisione di Manfredo Mazzanti, ingegnere della Falck, e Renato Briano, direttore del personale della Marelli, anch’essi vittime delle Brigate Rosse.  "Ancora oggi si tratta di uno degli eventi più tragici della storia di Sesto San Giovanni, perché segnò l’inizio della presa di coscienza generale di cosa fossero, anche nella città delle fabbriche, le Brigate Rosse", commenta Antonio Lamiranda, avvocato e storico esponente della destra cittadina. Quarant’anni dopo quel blitz in via Leopardi, Padovani e Bazzega rivivono nella toponomastica di Sesto San Giovanni e di Milano. Cinque anni fa, i giardini della già esistente via Padovani a Sesto sono stati intitolati al maresciallo Sergio Bazzega. Una cerimonia solenne, insieme all’associazione delle vittime del terrorismo: una delle tante iniziative di un ricco calendario per non dimenticare a 35 anni dalla scomparsa dei due poliziotti.

Per il quarantesimo anniversario dalla strage,  la macchina cerimoniale è ferma alle manifestazioni istituzionali. Il Comune di Milano ha organizzato questa mattina una commemorazione ai giardini Bazzega-Padovani di via Stendhal a Milano, a cui parteciperà anche una delegazione sestese. Nei prossimi giorni, in città, sarà soltanto deposta una corona. "Avremmo dovuto sforzarci un po’ di più a ricordare questa pagina cupa della nostra storia", chiosa Lamiranda.