Paderno, dipendenti comunali nei guai: "Altro che furbetti, si colpiscono i più deboli"

Tanti i cittadini al loro fianco: "Parliamo di persone con fragilità"

Le immagini delle telecamere che incastrano i dipendenti del Comune

Le immagini delle telecamere che incastrano i dipendenti del Comune

Paderno Dugnano (Milano), 12 febbraio 2017 - Ieri Paderno si è svegliata con un nuovo problema da affrontare: il caso dei furbetti del cartellino, con l’ordinanza del giudice del Tribunale di Monza a carico di tre dipendenti comunali accusati di truffa aggravata ai danni dell’amministrazione pubblica, peculato e falso nelle attestazioni di presenza in servizio. Una indagine della polizia locale è infatti costata gli arresti domiciliari a un dipendente che, secondo la Procura di Monza, in orario di servizio portava a pascolare i propri bovini usando mezzi del Comune, e l’obbligo di firma per due operai, uno accusato di trascorrere troppo tempo al bar e l’altro di utilizzare i mezzi di servizio per recarsi all’Asl in orario di lavoro. La città si è così divisa tra chi sentendo queste accuse invoca il licenziamento immediato dei tre dipendenti e chi, forse conoscendo i soggetti coinvolti nella vicenda, si schiera contro le indagini. Nessuno però ci mette la faccia e se davanti a un caffè al bar molti sostengono che si sia agito su persone fragili, dall’altra parte c’è chi ne approfitta per generalizzare e chiedere controlli a tappeto su tutti.

"Queste persone avranno pure un dirigente che doveva controllare il loro operato, perché non si chiede conto anche ai vertici di quello che facevano?", si domanda qualcuno. "Si colpiscono sempre gli anelli più deboli, parliamo di una persona con disabilità e di chi si recava all’Asl non certo per divertirsi, ma per seguire delle cure. Di sicuro non dovevano assentarsi mentre erano in servizio". In centro, a quanto pare, a molti erano noti gli atteggiamenti di questi dipendenti. "Si è poi esagerato parlando di un caso di attività parallela. A quanto ci risulta ha solo una mucca e un vitello e non produce neppure latte". Più rigida è la rete e sui social network immediatamente si incita al licenziamento. "Io farei restituire gli stipendi che noi abbiamo pagato», scrivono sulla pagina Facebook "Sei di Paderno se…". E ancora: "Adesso sarebbe bello pubblicare i loro nomi. Devono essere puniti". Intanto si continua a indagare anche per stabilire se a carico dei tre dipendenti ci fossero già dei richiami simili da parte delle istituzioni.