Garbagnate, supplente di italiano "asina" e i bimbi restano a casa per protesta

«Abbiamo consegnato un dossier pieno di incredibili strafalcioni» gridano mamme e papà della 3C della primaria Karol Wojtyla, ma la maestra resta al suo posto

La protesta dei genitori

La protesta dei genitori

Garbagnate Milanese, 18 novembre 2014 - Niente scuola per i bambini della 3 C della primaria Karol Wojtyla. In classe ieri mattina sono entrati solo 5 alunni al posto di 21. È la protesta pacifica dei genitori contro l’inerzia del sistema «che non risponde alle richieste delle famiglie e lascia tutto così com’è». L’insegnante supplente di italiano, storia, arte e geografia che non conosce la grammatica, ma resta al suo posto nonostante le tante segnalazioni fatte dai genitori. La nuova maestra, 32 anni, laureata, sostituisce l’insegnante storica che è andata in pensione, arrivata a settembre resterà dietro quella cattedra fino a giugno.

Non sono servite a nulla le 286 pagine di errori commessi nelle correzioni di compiti dei bambini consegnate alla dirigente dell’istituto Maria Gerolama Salvemini, anche lei per il primo anno al Wojtyla. Si tratta di veri e propri strafalcioni scritti in rosso dalla maestra sui quaderni degli alunni che ora sono finiti sui cartelli denuncia attraverso i quali i genitori chiedono che venga rispettato il diritto allo studio dei loro figli.

Solo qualche esempio. «Giulia avvolse la coperta sulla nonna si mise ha letto e si addormento», scrive un’alunna nel suo tema. «Bravissima» la premia la maestra senza accorgersi di quella «h» di troppo. E ancora: «Rimanero» viene corretto con «rimassero» e «di giuno» con «a digiuna». «In questo modo perderanno un anno di scuola. Chi mai potrà restituirglielo? Come può insegnare italiano una maestra che l’italiano non lo conosce?», si lamentano le mamme e i papà davanti ai cancelli dell’istituto di via Varese.

«Non abbiamo nulla contro la persona, diciamo solo che non è adatta al ruolo, siamo arrabbiati verso un sistema che consente che queste cose accadano», lamentano le famiglie. La loro è una protesta civile, proseguirà anche questa stamattina. Da mercoledì poi tutti torneranno in classe. Alcuni bambini in questi giorni di assenza da scuola sono stati affidati ai nonni, altri genitori hanno preso dei permessi dal lavoro. Qualche mamma, invece, ha ospitato in casa più bambini.

Tanta fatica e nessuna certezza che tutto questo produca qualche effetto, ma loro sono determinati: «Vogliamo farci ascoltare, pretendiamo soluzioni» aggiungono i genitori. «Scriveremo ancora al provveditorato», annunciano. «Abbiamo consegnato tutto al Provveditorato agli studi, è stata avviata un’istruttoria ma per la chiusura della pratica ci potrebbero volere fino a 120 giorni. Questo significa arrivare a marzo in queste condizioni». Non tutti sono disposti ad aspettare. Un bambino è già stato ritirato dall’istituto. Altri due lo saranno nei prossimi giorni, uno di loro sceglierà la scuola privata, l’altro frequenterà l’anno scolastico in un altro comune. Malgrado i numerosi tentativi ieri non siamo riusciti a parlare con la dirigenza scolastica, siamo stati allontanati dall’ingresso e i nostri messaggi alla segreteria sono rimasti inascoltati.