Rho, gli islamici nell’ex Framar. "Ma non sorgerà una moschea"

Il sindaco rassicura i residenti di via Pozzobonelli di ROBERTA RAMPINI

Il sindaco Pietro Romano

Il sindaco Pietro Romano

Rho (Milano), 24 gennaio 2016 - «Nella città di Rho non è prevista la realizzazione di alcuna moschea. Ogni richiesta in tal senso non sarebbe ammissibile non prevedendo il nostro Piano del Governo del Territorio aree a ciò destinate». Replica così il sindaco di Rho, Pietro Romano, alle preoccupazioni dei cittadini di via Pozzobonelli e del quartiere San Pietro, che nei giorni scorsi hanno trovato nelle cassette della posta un volantino anonimo con il quale si chiedeva l’opinione sull’ipotesi di un centro culturale islamico «sotto casa».

L’area in questione è l’ex New Framar, un’azienda dove in passato si realizzavano arredi, chiusa da tempo, un enorme capannone che si trova vicino a palazzine residenziali. Da alcune settimane all’interno del fabbricato sono in corso dei lavori e ai cittadini è giunta voce che si tratti di una riqualificazione dell’area per la realizzazione di una moschea.

Il tam tam tra i residenti in pochi giorni ha sollevato malumori e proteste, ma nonostante le richieste di chiarimento dal Comune nessuna informazioni ufficiale. Fino alla dichiarazione del sindaco: «A seguito di alcune segnalazioni ho verificato che l’immobile in questione è stato acquistato con atto tra privati dalla Lega Culturale Islamica Italo-Araba di Rho ovvero dalla stessa Associazione che da circa 16 anni svolge la propria attività nel centro islamico di via Statuto senza aver mai creato alcun tipo di problema – spiega Romano – non si tratterebbe quindi di un nuovo centro culturale islamico, ma del trasferimento di quello già esistente, gestito dalle medesime persone e dalla medesima associazione della quale fanno parte persone che da sempre vivono e lavorano a Rho e che peraltro ha organizzato in questi anni varie manifestazioni, partecipando a quelle dei Comuni del Nord Ovest, come la marcia della Pace durante Expo e condannando sempre apertamente ogni atto di terrorismo e violenza».

«Ad oggi, comunque, non è stata presentata al Comune alcuna richiesta di rilascio del titolo edilizio per la ristrutturazione dell’immobile e sono quindi possibili solo alcune lavorazioni interne», conclude il sindaco. La dichiarazione ai cittadini e alle forze politiche di minoranza non basta, e la questione arriverà tra i banchi del consiglio comunale.

di ROBERTA RAMPINI