Ambulatori chiusi quando c'è bisogno

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Roberto Maroni

Roberto Maroni

Milano, 23 aprile 2017 -

Signor presidente, mi rassicura la sua attenzione verso l’assistenza sanitaria che spetta ai cittadini lombardi, ma vista dal basso trovo che i nostri medici di base anziché facilitarci il contatto fanno di tutto per renderci la vita difficile dal punto di vista degli orari , un’ora durante la quale chiedere visita a casa, un’ora differente per prenotare la visita, un’altra ora per ritirare le prescrizioni, un tempo diverso per le visite ambulatoriali. Inoltre vorrei sapere se la strana pratica del prefestivo, ossia di non erogare servizi se il giorno successivo è festa, è una cattiva usanza o è sancita dal contratto di servizio che i medici dovrebbero avere. Gian Luigi Baldan

Gentile Gian Luigi, è un Accordo Collettivo Nazionale – non di Regione Lombardia – a disciplinare i rapporti con i medici di medicina generale.  In esso è previsto che l’orario di apertura dello studio sia proporzionale al numero degli assistiti in carico ed è stabilito che ciascun medico possa distribuirlo su 5 giorni settimanali, garantendo almeno due fasce di accesso pomeridiane o mattutine alla settimana (preferibilmente dal lunedì al venerdì) così da assicurare il miglior livello di assistenza secondo le necessità di diverse tipologie di cittadini. Le visite in studio, salvo casi di urgenza, sono di norma erogate attraverso un sistema di prenotazione che avviene secondo modalità di contatto che ciascun medico definisce. Nei giorni prefestivi (sabato escluso) se lo studio è di norma aperto di mattina in quel giorno della settimana, la possibilità di accesso va garantita fino alle ore 10: successivamente si attiva il servizio di continuità assistenziale. Di sabato il servizio di continuità assistenziale si attiva invece dalle ore 8.

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