Scandalo Asm, fiume di soldi in due conti sospetti: caccia ai quasi 2 milioni scomparsi

L'ammanco nell'ex municipalizzata scoperto da una dipendente

La sede di Asm

La sede di Asm

Pavia, 12 ottobre 2015 - Si stringe il cerchio attorno alla persona che potrebbe aver aperto in un istituto di credito del Piacentino due conti correnti, uno intestato al Comune di Pavia e uno ad Asm. Su quei conti, attraverso 13 note di credito e secondo una metodologia già sperimentata in altre occasioni, sarebbero arrivati un milione e 800mila euro. «Un furto», come lo ha definito il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli, perché in realtà quei soldi depositati tramite assegni e bonifici, quindi tracciabili, nelle casse del Comune non sono mai arrivati. Non si sa dove siano finiti e non si sa neppure se la persona che ha aperto i conti abbia agito da sola o insieme ad altri. L’unico dato certo è che credeva di essere al sicuro. Invece, una donna arrivata in azienda, controllando i dati contabili della ex minucipalizzata, ha notato l’anomalia e l’ha segnalata. È scattato così l’esposto in Procura, che il direttore generale dell’azienda Claudio Tedesi ha depositato la scorsa settimana. Da quel momento in corso Cavour è stato aperto un fascicolo contro ignoti per peculato, falso, truffa e appropriazione indebita e sono scattate le indagini. La Guardia di finanza, alla quale è arrivata tutta la documentazione allegata all’esposto, si è messa immediatamente al lavoro, ma sui passi che sta compiendo mantiene il più stretto riserbo. È troppo delicata la fase, e troppo vicina una soluzione per rischiare di mandare tutto all’aria con una parola sbagliata. Eppure gli occhi dei pavesi sono puntati sulla vicenda. Vorrebbero sapere se siano ancora disponibili quei soldi e di chi siano le responsabilità.

I bilanci della società dei quali si occupava, come accadeva per tutta la parte amministrativa, uno studio di consulenza di Piacenza con il quale si è recentemente risolto il contratto per pesanti divergenze con il nuovo consiglio di amministrazione, infatti, seguivano diversi passaggi prima di essere approvati. Erano sottoposti a un collegio di revisori dei conti, quindi - in quanto Società per azioni - passavano dalle mani di professionisti esterni che li certificavano per arrivare poi all’assemblea dei sindaci (Asm è di proprietà del Comune di Pavia per il 95% e di altre amministrazioni civiche per parte restante) e al Mezzabarba. In tutti questi passaggi nessuno si sarebbe accorto di nulla perché i quattrini sarebbero stati regolarmente contabilizzati e diretti al Comune di Pavia, al quale in realtà non erano neppure dovuti. I magistrati e le Fiamme gialle adesso devono ricostruire tutti i passaggi e accertare come qualcuno abbia potuto ‘far sparire’ così tanti soldi senza che nessuno dei vertici dell’azienda sapesse. Poi si dovrà scoprire a che cosa o a chi servivano quei fondi.

manuela.marziani@ilgiorno.net