Ragazzi Down alla scuola calcio: la scommessa di Athletic Pavia

Oggi al via l’esperimento realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Clap. L'obiettivo è di migliorare le abilità motorie e relazionali dei giovani, senza dimenticare l'aspetto medico-scientifico di Stefano Zanette

Andrea Bombelli e Francesco Signoriello, due dei quattro ragazzi che partecipano al progetto

Andrea Bombelli e Francesco Signoriello, due dei quattro ragazzi che partecipano al progetto

Pavia, 15 febbraio 2015 - Oggi per loro sarà un giorno davvero speciale. Alle 17.30, al campo di via Stafforini, faranno il primo allenamento in scuola calcio. Quattro ragazzi con sindrome di Down daranno così il via al progetto sperimentale che vede impegnate la società sportiva Athletic Pavia e la cooperativa sociale Clap (Centro-laboratorio per l’apprendimento) di San Martino Siccomario. "I ragazzi e le loro famiglie - spiega Guendalina Rulli, coordinatrice del progetto per Clap - non vedono l’ora di iniziare. Hanno potuto fare qualche lezione di prova lo scorso novembre e sono rimasti entusiasti, sia per aver avuto la possibilità di fare attività motoria sia per l’atmosfera speciale che si respira all’Athletic Pavia".

La società sportiva dilettantistica, nata nel 2013 con una scuola calcio dall’impronta fortemente educativa e supportata dagli esperti della Juventus Academy, è stata conquistata dal progetto che vede il coinvolgimento dei ragazzi Down. "La proposta - commenta il presidente dell’Athletic Pavia, Fabrizio Salvucci - era perfettamente in linea con i nostri obiettivi sportivi e sociali, che sono quelli di creare uno spazio nel quale il calcio sia un linguaggio comune per tutti. Unendo la passione educativa alla competenza di istruttori e dirigenti si può realizzare l’utopia di ‘non lasciare indietro’ nessuno".

La sperimentazione che inizia oggi è finalizzata al miglioramento delle abilità motorie, ma anche alle capacità di relazione e dell’autonomia personale dei ragazzi con sindrome di Down. Il progetto consiste in un allenamento personalizzato, nel quale i preparatori atletici saranno affiancati da un’équipe di psicologi e operatori sociali della cooperativa, anche per raccogliere i dati utili a verificare gli auspicati progressi degli allievi, che saranno sottoposti a test periodici per validare il quadro terapeutico dell’esperienza. Anche se nel numero dei ragazzi coinvolti la sperimentazione è limitata, l’obiettivo è infatti quello di "elaborare un modello di intervento - spiega la responsabile del progetto per la cooperativa Clap - applicabile anche in altri contesti" e di "presentare i risultati della sperimentazione in un futuro convegno scientifico".

Per i quattro ragazzi coinvolti sarà dunque un’esperienza personale che attendono con entusiasmo, ma la sperimentazione - oltre all’aspetto sociale - ha anche una valenza medico-scientifica sia per aspetti assistenziali che di ricerca. La cooperativa sociale Clap, organizzazione non profit che si occupa di ragazzi con “bisogni educativi speciali”, gestisce infatti un centro di ricerca che permette agli allievi, di ogni età e livello di sviluppo, di imparare competenze e abilità di vita quotidiana.