Gomorra lomellina, nel business anche il traffico di armi

Vigevano, non solo droga: l’associazione per delinquere sgominata dai carabinieri era dedita ad altri traffici illeciti

Carabinieri in azione

Carabinieri in azione

Vigevano (Pavia), 24 marzo 2017 - Armi e droga, due inchieste separate, ma nei confronti della stessa organizzazione criminale. Le operazioni Cave canem, portata a termine dai carabinieri di Vigevano nel luglio dello scorso anno, e Coffee Time, sfociata negli arresti di martedì, sono di fatto parte di un’unica indagine. «Fin dalle prime battute dell’indagine – spiegano infatti gli inquirenti ora che si è conclusa anche la seconda fase – si era potuto supporre che alcuni degli indagati per il reato associativo fossero anche dediti ad una ben avviata attività di spaccio. Tuttavia la strategia investigativa adottata, finalizzata per prima cosa ad individuare tutti i componenti dell’associazione dedita al traffico di armi, quindi a recuperarne il più possibile per rendere meno pericolosa l’associazione, non consentiva di perseguire tutte le condotte di spaccio senza allarmare gli associati». Prima le armi, dopo la droga. E nella cosiddetta fase di riscontro delle indagini, numerose sono le armi che sono state recuperate: 9 pistole, 3 fucili (uno semiautomatico, uno a canne mozze e uno a pompa) e 4 carabine con sistemi di precisione ottici. Tutte armi con matricola abrasa o provento di furto.    «Raggiunto l’obiettivo del sequestro dell’arsenale dell’organizzazione criminale - confermano ora gli inquirenti - venivano approfondite le indagini sullo spaccio di stupefacenti che alcuni fra i più pericolosi membri dell’associazione praticavano». Così la seconda fase dell’indagine ha fatto ricostruire agli inquirenti l’organigramma del ramo d’azienda che si occupava della droga, portando alle 18 misure cautelari eseguite martedì. Ma i ruoli apicali erano ricoperti da 3 degli indagati anche nella prima fase, pur se con ruoli diversi. Sia quello che gli inquirenti considerano «l’organizzatore dello spaccio», il 40enne Antonio Canale, sia i suoi 2 «capo spacciatore», il 29enne Andrea Merlin e il 31enne Jonathan Peragine, sono già tra gli indagati della precedente inchiesta, per la quale l’iter giudiziario è già avviato. Proprio oggi, giorno in cui iniziano gli interrogatori di garanzia degli arrestati martedì mattina, in Tribunale a Pavia si terrà anche l’udienza, nella quale il pm farà la richiesta delle pene, del processo con rito abbreviato scelto da alcuni degli imputati per la cosiddetta Gomorra lomellina. Altri invece hanno scelto di patteggiare. E sempre oggi inizia anche il processo all’unico tra gli indagati che affronta il rito ordinario, Roberto Feratti (non coinvolto nelle indagini sulla droga).