Varedo, corruzione per Villa Bagatti: chiesto il rinvio a giudizio

Valori raddoppiati. Sei sono gli imputati (due società) fra cui un consigliere comunale. La Finanza ha messo sotto sequestro preventivo valori per oltre 3 milioni di euro

Villa Bagatti Valsecchi

Villa Bagatti Valsecchi

Varedo, 30 settembre 2016 - La Procura chiede il processo per 6 imputati sulle presunte tangenti per Villa Bagatti Valsecchi. Per la dimora di fine Ottocento che era stata scelta come uno dei quattro padiglioni lombardi esterni per Expo, il pm monzese Franca Macchia ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione per 4 persone e 2 società nei cui confronti i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Seveso hanno già eseguito il sequestro preventivo di beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 3 milioni di euro, ritenuti equivalenti ai profitti illeciti conseguiti dagli accusati, tra cui il consigliere comunale del Comune di Varedo, l’architetto Antonio Padoan. Nel mirino dell’inchiesta l’acquisto, da parte del Comune di Varedo, di Villa Bagatti Valsecchi.

L’operazione delle Fiamme gialle, denominata «Villa Munda», avrebbe consentito di svelare l’accordo illecito stretto tra il consigliere comunale e la parte privata venditrice di Villa Bagatti Valsecchi, la società «Loco Varadeo» con sede a Milano - di cui è amministratore Giacomo Fantoni e a sua volta di proprietà della società «Arbo» amministrata da Federico Borsani - per sovrastimare fino al doppio il valore dell’immobile grazie alla perizia di un professionista compiacente, l’architetto Dario Morlini, a sua volta indagato per corruzione.

In cambio, secondo l’accusa, a Padoan che, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, ha rivestito un ruolo centrale nell’intera vicenda e ha operato in conflitto di interessi nel duplice ruolo di consigliere comunale, nonché di presidente della Commissione risorse territoriali del Comune di Varedo e pure di consulente incaricato dalla società privata aspirante venditrice dello storico immobile, in totale beffa del dovere d’imparzialità, sarebbero andati 300 mila euro e qualche migliaia di euro anche a Morlini.

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, era stato lo stesso consigliere comunale nel 2009 ad aver valutato, in una «perizia di stima» da lui redatta, il complesso «Villa Bagatti» per un importo di 3 milioni di euro e lo storico immobile, nel 2007, era stato assicurato con una polizza contro l’incendio e la responsabilità civile per un valore addirittura inferiore. Il valore raddoppiato sarebbe stato poi attribuito all’immobile dal perito compiacente che aveva ricevuto l’incarico dall’amministrazione comunale (che ora si vuole costituire parte civile) a cui i finanzieri hanno posto sotto sequestro l’equivalente dell’illecito profitto, così come a Antonio Padoan e alle immobiliari. Il prossimo passo dell’iter giudiziario è ora l’udienza preliminare al Tribunale di Monza.