Diritto d'esproprio per altri 7 anni: Pedemontana congela i terreni

La società ha ottenuto la dichiarazione di pubblica utilità da parte del Cipe, che rinnova il diritto di esproprio sui terreni e gli edifici incontrati lungo il suo tracciato

Il cantiere di Pedemontana

Il cantiere di Pedemontana

Monza, 22 gennaio 2017 - Il cantiere è fermo, ma Pedemontana si muove: nei giorni scorsi ha portato a casa la dichiarazione di pubblica utilità da parte del Cipe, che consente alla società di godere per altri 7 anni (dopo i 7 scattati nel 2009) del diritto di esproprio sui terreni e gli edifici incontrati lungo il suo tracciato.

"Si tratta di una buona notizia. Ringrazio il Governo e, in particolare, il ministro Delrio per aver accolto la nostra richiesta di conferma della dichiarazione di pubblica utilità per la Pedemontana lombarda", ha commentato a caldo il governatore Roberto Maroni. Non si tratta certo di un’iniezione di risorse per il cantiere bloccato in Brianza da più di un anno, dopo l’inaugurazione a fine 2015 della tratta Lomazzo-Lentate sul Seveso. Per concludere i lavori fino alla bergamasca, completando le ultime tratte brianzole (B2, C e D) servono ancora quasi 3 miliardi di euro, mentre resta da capire come superare l’ostacolo diossina. Nel frattempo però la società mette le mani avanti, ottenendo una proroga che, dal lato opposto della medaglia, condanna all’incertezza migliaia di persone che hanno terreni o case a ridosso della Milano-Meda, nella zona di Biassono e Macherio e più a Est nella Brianza vimercatese e trezzese, fino alla bergmasca.

Costoro per altri 7 anni dovranno fare i conti con l’ipotesi di dover rinunciare ai propri beni, anche se, nonostante le dichiarazioni di intenti, non è certo che e come l’opera proseguirà, e soprattutto dove si troveranno i soldi per gli espropri. Intanto il consiglio di amministrazione ha approvato l’avvio di una procedura selettiva comparativa per la ricerca di un direttore generale. La parola d’ordine è andare avanti.

Sulla carta, per realizzare tutta Pedemontana servono circa 10 milioni di metri quadrati (circa 10 volte l’Expo di Milano), di cui 4 milioni e 450mila per la strada, 3 milioni e 200mila per le mitigazioni ambientali circostanti e 2 milioni e 350mila per le compensazioni ambientali. Complessivamente sono coinvolte 10mila proprietà, tra costruite e non edificate.

Ad oggi, circa settemila persone sono ancora in attesa di capire cosa succederà e quindi interessate dalla proroga. Il valore complessivo degli espropri per il piano economico finanziario del 2009 era di circa 700 milioni. Finora però è stato realizzato solo il 30 per cento del tracciato, che corrisponde a circa il 25 per cento del “peso” dell’opera considerato che la parte più impegnativa riguarda l’attraversamento della Brianza, densamente urbanizzata nelle tratte B2 e C. L’attraversamento della Brianza vale infatti circa il 50 per cento dell’opera: nel progetto solo qui Pedemontana è a tre corsie, quindi almeno 5 milioni di metri quadrati sono in questa provincia. In Brianza inoltre sono rimasti gli espropri più pesanti.

Complessivamente su tutta l’opera gli stabili di cui era previsto l’esproprio erano 71, dei quali 24 industriali o commerciali e 47 residenziali.

Di questi, 11 edifici industriali sono in provincia di Monza e Brianza. Tra questi la Cleaf, espropriata e poi disespropriata, con causa in corso, e il ristorante "Ses culonn" di Biassono, poi spostato. Gli edifici residenziali sono circa 25: di questi alcuni sono stati acquistati, altri ancora no. L’esproprio dei 71 edifici era considerato attività prioritaria da completare prima dell’inizio dei lavori nel 2010-2011, per dare il tempo agli espropriati di ricollocarsi.