Il dottor Lemme contro il sindaco: "Voglio sanare la soletta abusiva"

«Blocca l’attività della mia azienda e le assunzioni»

Dottor Alberico Lemme (Brianza)

Dottor Alberico Lemme (Brianza)

Desio (Monza e Brianza), 17 dicembre 2016 - Quasi due anni di «calvario burocratico», dieci pratiche già protocollate e l’undicesima in arrivo, senza nessuno sblocco. «Un accanimento scientifico, un ostruzionismo palese», lo censura Alberico Lemme, l’ideatore di Filosofia Alimentare e di una dieta tanto strampalata quanto efficace, diventato ormai uno dei personaggi più celebri in Italia, grazie ai costanti show televisivi. «Un comportamento inspiegabile che mette a rischio 26 lavoratori, blocca l’assunzione di altri 4, ferma 22mila euro di introiti per il Comune e paralizza l’economia desiana», va giù pesante il farmacista esploratore, come si autodefinisce. Oggetto del contendere il capannone di via Due Palme che Lemme ha acquistato per trasformarlo nella «Fabbrica del Benessere», dove produce, con nuove tecniche di preparazione e surgelazione, i suoi pasti con effetto dimagrante. Qui c’è una soletta abusiva e senza la sanatoria di questa l’imprenditore non può completare il suo progetto, «con le nuove assunzioni e gli altri macchinari che devo acquistare, investendo altri 200 mila euro». Una irregolarità che sta paralizzando il suo progetto di espansione: «La prima richiesta per regolarizzare la mia posizione - spiega - l’ho presentata il 9 febbraio 2015. Ho presentato e protocollato ben 10 pratiche per sanare la mia posizione, assecondando ogni volta le indicazioni dell’Ufficio Tecnico comunale, ma tutte sono state regolarmente respinte, puntualmente il sindaco ha detto no. Qualsiasi soluzione tecnica proposta è stata rifiutata con richiesta di ulteriore documentazione o di altre soluzioni nonostante quanto prima concordato dai miei tecnici con quelli preposti del Comune».

Compreso il calcolo della sanzione che è arrivata a 22mila euro «e che io sono disposto a versare nelle casse del Comune - prosegue Lemme - pur di poter chiudere questa pratica e non chiudere invece l’azienda, lasciando a casa 26 dipendenti». «I cittadini di Desio - prosegue - sono perfettamente a conoscenza di altre sanatorie concesse a sottotetti e altri locali e dispensate in brevissimo tempo. Come mai? Probabilmente esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B». Il caso è arrivato anche in consiglio comunale: «Perchè il Comune non si impegna per trovare una soluzione per salvare i posti di lavoro come fatto ad esempio con il Centro Giardinaggio?», ha chiesto il capogruppo di Forza Italia Michele Vitale. Ma il sindaco Roberto Corti smentisce categoricamente l’ostruzionismo: «I fatti parlano chiaro e qui siamo di fronte a dei lavori realizzati senza richiedere l’autorizzazione per poi invece chiedere la sanatoria - sottolinea, dopo aver visionato i faldoni -. Ma la sanatoria non è automatico che arrivi e non è certo questo il modo corretto di agire. Se avesse fatto i lavori dopo aver ottenuto il via libera forse non saremmo a questo stallo. Nessuno ce l’ha con lui: deve rispettare le norme edilizie. Se ritiene ci siano trattamenti diversi, li denunci».