"Senza garanzie sul Gp niente soldi all’Autodromo dalle casse regionali"

L’assessore Sala alla Sias: portate a casa la gara

 L'Autodromo

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Monza, 31 agosto 2015 - Le idee su come spendere i soldi della Regione si accavallano. Fin troppe le emergenze dell’Autodromo.

L'impiantoa va risollevato agli standard degli altri e più moderni circuiti della Formula Uno. I vertici della Sias (la società dell’Automobile club di Milano che gestisce la pista) hanno vinto al Supernenalotto ma il biglietto vincente ce l’ha in mano, comunque, il Pirellone. Che ha investito gli ultimi due anni nell’operazione di ingresso nella proprietà del circuito accanto ai Comuni di Monza e di Milano per contribuire al suo rilancio e al salvataggio del Gran premio d’Italia.

Queste sono le condizioni. E quindi "se la Sias non dovesse riuscire a portare a casa il rinnovo del contratto con Bernie Ecclestone oltre la scadenza del 2016 o ancora se qualcuno tornasse a riproporre come unica soluzione l’alternanza con Imola, in quel caso Regione Lombardia rivedrebbe il suo impegno economico all’interno dell’area di Parco che ospita l’Autodromo", mette in guardia Fabrizio Sala, assessore regionale a Casa, Housing sociale, Internazionalizzazione delle imprese ed Expo, oltre che incaricato dal governatore Roberto Maroni di seguire il destino del Tempio della velocità.

Inutile girarci attorno: "Il Gran premio d’Italia a Monza è un evento seguito in tutto il mondo con una rilevanza nazionale - continua Sala -. È un patrimonio di cui l’Italia deve andare fiera e orgogliosa, e che l’Italia deve tutelare".

Ed è chiaro che senza Formula Uno le prospettive cambierebbero. "Se Monza dovesse perdere il Gp o se passasse la soluzione della staffetta con l’Autodromo di Imola i cui vertici sono addirittura andati a parlare direttamente con Ecclestone, ci troveremmo davanti a una situazione completamente differente rispetto a quella che ha portato la Regione a mettere a bilancio da qui al 2017 sette milioni di euro l’anno di investimenti su circuito, Parco e Villa Reale - chiarisce Sala -. Sarebbero soldi a perdere messi in un impianto che perderebbe la sua ragione di esistenza. L’alternanza, poi, non ha mai portato nulla di buono e quest’anno la Germania è un esempio che dovrebbe far seppellire definitivamente quella soluzione".

La presenza nel calendario del Mondiale giustificherebbe un impegno pubblico che, altrimenti, si trasformerebbe in un investimento ingiustificato. "A quel punto i soldi pubblici verrebbero destinati ad altro", al Parco e alla Villa Reale. Il messaggio non ha bisogno di ricami. È soprattutto Sias a doversi rimboccare le maniche per arrivare, nei prossimi giorni, ad avere una seria e concreta proposta da presentare al boss della Formula Uno. Perché se è vero che il piano industriale triennale sulla carta potrebbe garantire maggiori entrate almeno per avvicinarsi alle richieste di Ecclestone (25 milioni di dollari l’anno invece degli attuali 11), è altrettanto appurato che per realizzarlo Sias fa affidamento sui soldi del Pirellone. Soldi cash, pronti per essere spesi. Ma che non sono affatto scontati.