Stadio Milan, stallo sul Portello. Spuntano le ipotesi aree Falck o Rho

Così il club taglierebbe i costi di bonifica. E l’Inter resta alla finestra di Luca Talotta

Area del Portello

Area del Portello

Milano, 26 agosto 2015 -  Fuggire da Milano per costruire lo stadio nuovo. Il paradosso del Milan è tutto qui ed è il risultato di una serie di vicissitudini alquanto complesse. È ormai storia vecchia l’aggiudicazione, al club rossonero, del lotto per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 della ex Fiera Campionaria. Lì dove il Diavolo voleva costruire il nuovo stadio, a due passi dalla sede. Niente di tutto ciò. Perché il Milan si è accorto (con colpevole ritardo) che il prezzo per la bonifica dei terreni era troppo alto e perché Mr Bee, (quasi) socio di Berlusconi, ha espresso la sua preferenza per San Siro. Un passo indietro della società che ha reso felici tanti residenti al Portello intimoriti dall’idea di un impianto sportivo nel quartiere. Ora, però, resta da trovare un’alternativa, in quanto la costruzione del nuovo stadio è missione primaria per Barbara Berlusconi. L’Inter, che resta a San Siro, aspetta di sapere cosa farà il Milan, che entro fine settembre incontrerà Fondazione Fiera. Perché c’è di mezzo anche la gestione del Meazza e i suoi alti costi.

Il club rossonero, per ora, ha individuato due possibili alternative al Portello: la prima porta nell’area che ospitava la Falck a Sesto San Giovanni, ed è proprietà dell’immobiliarista e costruttore Davide Bizzi, la seconda il terreno a ridosso di Expo a Rho, di proprietà di un fondo d’investimento. Entrambe le soluzioni, pur in periferia, hanno vantaggi rispetto al Portello: sono aree dalla disponibilità immediata, senza interventi infrastrutturali necessari e collegate con la rete di trasporto locale. Non ci sarebbero modifiche dei costi: resterebbe l’investimento di 300 milioni di euro del club, stessa cifra stanziata per il Portello. Il finanziamento verrebbe ripartito tra Milan e partners: Emirates ha manifestato interesse per l’acquisto del naming rights (lo stadio si chiamerebbe Emirates Stadium), mentre il 50% verrebbe trovato tramite finanziamenti, con Unicredit in prima linea. Tre le società di costruzione più accreditate Colombo di Lecco, Rizzani De Eccher, general contractor di Udine, e la Cooperativa muratori e braccianti di Carpi. Si aspetta ora il closing tra Mr Bee e Silvio Berlusconi per la cessione del 48% delle quote. Mr Bee potrebbe essere sugli spalti nel derby con l’Inter del 13 settembre, andrebbe poi ad incontrare Barbara Berlusconi per tracciare le linee guida dell’investimento. L’eventuale dietrofront sul Portello creerebbe problemi a Fondazione Fiera, che ha rispedito al mittente le accuse del club «su ritardi e mancata autorizzazione ai carotaggi». Intanto, nel corso di un incontro su sicurezza e sport in ambito Expo, si è parlato anche dello stadio San Siro in vista della finale di Champions League del 2016. «Lo stadio che c’è attualmente è sicuro – ha spiegato il questore Luigi Savina –, vediamo quello che ci sarà. Su questo abbiamo lavorato per anni ed è ritenuto un impianto sicuro, se ci sará la novità del Portello anche su quello faremo adeguata sicurezza». Sulla richiesta di un parere o un permesso alla questura da parte del Milan Savina ha rigranziato «per l’importanza che ci date» e ha spiegato che «in veritá le cose vengono prima fatte poi presentate. In questo caso eravamo stati interpellati dal Comune ma ‘pour parler’». Sull’ipotesi dei due stadi, il questore ha citato l’esempio di Torino ribadendo che a Milano «non ci sono problemi di sicurezza. Uno dovrebbe diventare lo stadio esclusivamente dell’Inter e l’altro del Milan. Un po’ come adesso ci sono partite alterne, la stessa cosa dovrebbe succedere se si dovesse realizzare in città il secondo stadio».  

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