Quaranta milioni di euro in arrivo nelle tasche dei pensionati milanesi, ecco come funziona il bonus

Soldi che arriveranno ai diretti interessati l’1 agosto perché il Governo ha deciso di regolarizzare il biennio 2012 e 2013 dopo che la Consulta ha stabilito l’illegittimità del blocco alla perequazione di Luca Salvi

Un pensionato

Un pensionato

Milano, 28 maggio 2015 - Quaranta milioni di euro in più potrebbero arrivare nelle tasche di 82mila pensionati milanesi. Che in tutta la città metropolitana salirebbero a 100 milioni in più per quasi 200mila cittadini. I calcoli puramente statistici si basano sui dati dei pensionati del capoluogo lombardo e del suo territorio ricavabili dal sito dell’Inps e su quanto dichiarato dal premier Matteo Renzi dieci giorni fa, quando, dopo la sentenza della Consulta che ha stabilito l’illegittimità del blocco alla perequazione per il 2012 e il 2013 per le pensioni superiori tre volte il trattamento minimo, il Governo ha deciso di regolarizzare quel biennio con un forfait (decrescente in base all’importo) che, secondo stime di Palazzo Chigi, porterà in media 500 euro in più nelle tasche di 3,7 milioni di pensionati italiani (il 20,56% del totale).

Se i valori milanesi rispecchiassero in proporzione quelli nazionali, dei 397.805 pensionati di Milano città (dei quali 246.380 di vecchiaia, 81.405 ai superstiti, 47.544 per invalidi civili, 13.914 sociali, 8.562 d’invalidità) e dei 960.965 di Milano e hinterland (607.968 di vecchiaia, 196.186 ai superstiti, 106.565 per invalidi civili, 25.916 sociali, 24.330 d’invalidità), rispettivamente 81.789 e 197.574 pensionati beneficerebbero del forfait o «bonus» come preferisce chiamarlo il Governo. Soldi che arriveranno ai diretti interessati l’1 agosto. «Più che di bonus, parlerei di misura una tantum – puntualizza Silvano Sangalli, coordinatore regionale del patronato Ital Uil – visto che viene ripristinato quanto spettava ai pensionati».

Ma cos'era successo? «Le pensioni hanno una rivalutazione annuale – continua Sangalli – ma nel 2011 la legge Monti-Fornero, il cosiddetto decreto Salva-Italia, ha bloccato per due anni la perequazione per chi superava i 1.500 euro. Ora la Consulta ha ritenuto incostituzionale il blocco e il Governo, con un decreto legge, ha dovuto ripristinare gli arretrati, con un importo che va da 500 a 700 euro a seconda dell’entità della pensione». Ma non per tutti. Perché il Governo ha imposto un limite e a livello nazionale circa 650mila persone con trattamenti superiori a 2.900 euro lordi nel 2011 (a Milano città sarebbero 14.395) saranno esclusi dall’adeguamento. Non mancheranno i contenziosi. Quel che è certo, secondo la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, che ha analizzato il decreto legge, è che il pensionato che nel 2011 percepiva un assegno di 1.750 euro avrà diritto ad agosto a un rimborso di arretrati per il periodo 2012/2015 pari al valore lordo di 768,21 euro (245,70 nel 2012 + 521,65 nel 2013 + 0,68 nel 2014 + 0,18 nel 2015). Chi prendeva 1.550 avrà 657,46 in più. Chi un assegno da 2mila euro, ne otterrà 437,89. Cifre che, al netto dell’Irpef, corrispondono rispettivamente a 591,52, 532,92 e 332,79 euro in più in tasca.

di Luca Salvi

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