Perizia sulla sicurezza del metrò, sotto esame il segnalamento

L'inchiesta è scattata a margine dell’incidente avvenuto quasi due anni fa alla stazione Mm di Gioia, linea verde. Quel giorno di fine settembre, intorno alle 10, un convoglio in arrivo tamponò il treno che lo precedeva di Mario Consani

La linea rossa della metropolitana di Milano (Newpress)

La linea rossa della metropolitana di Milano (Newpress)

Milano, 24 luglio 2014 - C'è un'inchiesta della Procura sulla sicurezza del metrò. E c’è una consulenza tecnica, firmata dal professor Bruno Dalla Chiara, docente di ingegneria dei trasporti del Politecnico di Torino, che sta mettendo in agitazione i vertici di Atm. Nelle numerose pagine della relazione, infatti, non mancano pesanti osservazioni critiche sul rispetto delle norme di sicurezza nell’intera rete della metropolitana milanese. L’indagine della magistratura è ancora in corso, perciò i contenuti della perizia sono coperti dal segreto investigativo. Ma da quel poco che trapela, ce ne sarebbe abbastanza - secondo l’esperto - non per far scattare un allarme immediato ma per porre una serie di interrogativi sui livelli di garanzia del sistema sotterraneo di trasporto.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato del pool ambiente e lavoro, è scattata a margine dell’incidente avvenuto quasi due anni fa alla stazione Mm di Gioia, linea verde. Quel giorno di fine settembre, intorno alle 10, un convoglio in arrivo tamponò il treno che lo precedeva, ancora fermo in banchina per il carico e scarico dei passeggeri. Undici i feriti, per fortuna leggeri. Il macchinista alla guida del treno responsabile del tamponamento disse di aver accusato un malore, ma le indagini coordinate dal pm Galileo Proietto esclusero, per quanto possibile, reali guai fisici dell’autista ma anche un suo stato di alterazione dovuto ad alcol o droghe.

«Errore umano» era stata, insomma, la conclusione che per il macchinista si traduce ora in un processo per “pericolo di disastro colposo” e lesioni colpose da affrontare a partire da settembre. Ma da lì, e dalla consulenza tecnica disposta per quella tranche di inchiesta, erano finite nero su bianco le prime critiche al sistema del cosiddetto “rosso permissivo”, ribadite poi nella relazione Dalla Chiara disposta dal procuratore Cerrato nell’ambito di un’indagine a più ampio raggio sulla sicurezza del metrò.

Il “rosso permissivo”, in pratica, è il segnale che non impone lo stop effettivo al treno che entra in stazione ma gli consente di procedere, sia pur lentamente, nell’attesa che il convoglio in quel momento fermo sulla banchina per far scendere e salire i passeggeri, possa ripartire. Un sistema ritenuto di tutta sicurezza da Atm, ma che per l’esperto del Politecnico sarebbe invece ad alto rischio. Così come sarebbero a rischio, fra l’altro, i corridoi di fuga che dovrebbero consentire ai passeggeri di mettersi in salvo in caso di emergenza con un treno fermo in galleria ma che sarebbero troppo stretti. 

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