Sanzioni a chi prescrive troppi esami. I medici milanesi fanno causa allo Stato

L’Ordine ricorre al Tar contro il «decreto appropriatezza» di GIULIA BONEZZI

Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi

Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi

Milano, 22 marzo 2016 - Finisce a carte bollate il braccio di ferro tra Governo e medici sulla stretta agli esami mutuabili. Iniziato sei mesi fa, quando il Ministero della salute presentò l’elenco delle prestazioni ottenibili col ticket solo dietro prescrizione medica: 203 alla fine, tra esami di laboratorio, test genetici e allergici, odontoiatria, medicina nucleare e radiologia diagnostica con tecniche costose come la risonanza magnetica e la Tac. Senza la firma di un dottore, il servizio sanitario non le passa più e sono a carico del cittadino; e per i medici sono previste sanzioni se le prescriveranno al di fuori di parametri che a parere della categoria sono «troppo rigidi».

Così l’Ordine dei medici di Milano ha fatto ricorso al Tar del Lazio, impugnando il «decreto appropriatezza» che è entrato in vigore solo lo scorso 4 febbraio, ma secondo i prescrittori «sta già causando il caos in ambulatori e ospedali». «Abbiamo atteso l’ultimo giorno utile, sperando che il Ministero tornasse sui suoi passi», spiega il presidente dell’Ordine Roberto Carlo Rossi. I medici puntano all’incostituzionalità, accusando il Governo di «violazione e falsa applicazione» del diritto alla Salute e di «perseguire fini diversi da quelli previsti dalle leggi». Ossia risparmiare 106 milioni di euro l’anno: «Si confonde il concetto di appropriatezza con quello dell’economicità - chiarisce Rossi -. Se lo Stato non ce la fa più a passare tutto, abbia il coraggio di dirlo ai cittadini». Un rischio, paventato anche dal Tribunale per i diritti del malato, è che le persone rinuncino ad esami utili perché devono pagarseli da soli. D’altra parte i medici che li prescrivono - di famiglia, pediatri, dipendenti di ambulatori e ospedali pubblici e privati convenzionati - rischiano le multe, anche se per il momento il Ministero non le applica. «Ma nel decreto sono previste, e la Corte dei conti può riferirsi a quello», chiedendo i danni ai dottori come fa già per le sovraprescrizioni di farmaci. «Lì almeno si tratta di somministrare qualcosa - spiega il presidente dell’Ordine milanese -, ma non si può dire a un medico che ad esempio non può mai chiedere il colesterolo per una persona sotto i quarant’anni». Ecco l’altro punto sollevato dall’avvocato Gennaro Messuti nel ricorso: l’«estrema genericità» dei paletti per l’erogabilità a ticket stilati, insiste Rossi, «in molti casi senza un minimo di bibliografia e logica scientifica. Noi vogliamo l’appropriatezza e l’uso corretto delle risorse. Ma si ottengono concordando con i professionisti linee guida per esami costosi di cui si è riscontrato un eccesso, e condividendole per via culturale. Lo spauracchio delle multe è inaccettabile e non funziona».

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