"Mangiare carne di cane è un fattore culturale in Cina. Diventiamo tutti vegetariani?"

"Perché non ci scandalizziamo in Italia per conigli, mucche e capretti?" lo ha detto il coordinatore di Slow Food Cina che prepara un evento a Pechino su alimenti in via d'estinzione come tè pregiato, gingseng selvatico e salsa di soia tradizionale

3 - Cina

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Milano, 8 luglio 2015 - Il coordinatore di Slow Food Cina, Piero Ling, è intervenuto a un evento di Expo e ha spiegato che il fatto che in Cina si mangi carne di cane «è un fattore culturale. Perché in Italia non ci scandalizziamo per i conigli, le mucche o i capretti?». Poi ha aggiunto: «Non lo giustifico, non giustifico nessuno. Ci sono battaglie giuste, ma ci sono anche altre culture». «Togliamo la corrida e il Palio di Siena? - ha aggiunto - Possiamo togliere tutto? Possiamo diventare tutti vegetariani?». «Purtroppo - ha aggiunto - in tempi di carestia si mangiava di tutto, succedeva così in Cina come in qualsiasi parte del mondo. E poi, non è che tutti i cinesi mangiano cani, però è un aspetto che fa notizia»

Intanto, Slow Food sbarca in Cina. Dopo la nascita, a fine gennaio, della 'costola' cinese dell'associazione, dal 24 al 27 settembre a Pechino organizzerà lo Slow Food Beijing Festival, dove saranno presentati 100 prodotti a rischio estinzione provenienti dalle 33 province cinesi. In totale, stima Piero Ling, coordinatore di Slow Food Cina, «i prodotti cinesi a rischio sono più di tremila». «Fra questi - spiega - ci sono, per esempio, il ginseng selvatico, alcuni tipi di tè pregiato, come quelli bianchi non fermentati, la salsa di soia tradizionale, che una volta veniva fatta nelle famiglie e ora è industriale». Prima regione italiana ospite d'onore del Festival sarà il Piemonte. Durante la manifestazione, verranno presentati anche 20 presidi internazionali Slow Food, «come il culatello - illustra Ling - l'olio spagnolo, il cavolo di fossa o il salmone canadese».

Lo sbarco di Slow Food in Cina, è stato spiegato in una conferenza stampa all'expo di Milano, è stato possibile dopo il 'via libera' del ministero dell'agricoltura cinese. «Slow Food è in 160 Paesi e oggi anche in Cina - ha spiegato il segretario generale di Slow Food, Paolo di Croce - Non si può parlare di futuro dell'alimentazione se non si parla a un Paese con un miliardo e 300 milioni di persone». «La Cina - ha concluso Ling - è il terzo produttore di prodotti biologici al mondo. Entro cinque anni sarà il maggior consumatore»