Emilio Fede indagato: «Ma non sono io il ricattatore»

L’ex direttore del Tg4, le foto osé e le accuse dell'ex personal trainer di Piero Degli Antoni

Emilio Fede al palazzo di giustizia di Milano (Ansa)

Emilio Fede al palazzo di giustizia di Milano (Ansa)

Milano, 24 ottobre 2014 - «Chi mi accusa è un pregiudicato, un galeotto che si è fatto dodici anni in prigione per reati come truffa e rapina, e ne avrebbe ancora da scontare ma è in libertà condizionale. E sarei io a ricattare lui?». Emilio Fede è metà arrabbiato metà rassegnato. Chi lo accusa è Gaetano Ferri, il suo ex personal trainer. Ora è indagato dalla Procura di Milano.

Ma le presunte foto compromettenti di Mauro Crippa e Fedele Confalonieri esistono? Lei le ha viste? Intendeva usarle per ricattare i vertici di Mediaset dopo la sua rimozione da direttore del Tg4?  «Un giorno Ferri mi mostrò una foto scabrosa di Crippa, ma si trattava con tutta evidenza di un fotomontaggio. E sa cosa feci? La consegnai immediatamente - dico immediatamente - a chi di dovere. In quanto a Confalonieri sono soltanto balle, non è mai esistita una sua foto del genere». 

Dunque sarebbe tutta una macchinazione del suo ex trainer?  «Ma sa di chi stiamo parlando? Di una persona che è stata sorpresa mentre, travestito da maresciallo dei carabinieri, ordiva truffe alla Stazione Centrale. Contro di lui ho già sporto denuncia, perché registrava le mie conversazioni con il telefonino e poi le rimontava ad arte. Conversazioni che ha venduto ai giornali. Più di 40 giorni fa ho consegnato alla Procura di Monza una documentazione molto delicata che ricostruisce molto bene chi è costui e chi sono i suoi complici, uno dei quali si è pentito e ha detto la verità. Stavano architettando qualcosa di molto più pericoloso di un ricatto ai miedi danni. Intendevano entrare in casa mia e darmi una botta in testa inscenando una rapina. Mi chiedo: si tratta di un pregiudicato pericolosissimo, cosa aspettano ad arrestarlo?». 

Perché, secondo lei, tutto questo odio nei suoi confronti?  «Tra due settimane ci sarà la sentenza del mio processo e la mia possibile assoluzione - perché io, lo ripeto per l’ennesima volta, non sapevo che Ruby fosse minorenne - potrebbe dare molto fastidio a qualcuno. Sto solo facendo dei ragionamenti, ma una vicenda del genere proprio a ridosso della sentenza potrebbe forse avere per me un’influenza negativa. Si tratta soltanto di un bieco ricattatore. Ha cominciato a chiedermi 350 euro per pagare l’affitto, mi sembra, e glieli ho dati a fin di bene. Da lì è cominciata una strategia di ricatti continui. Ma tutto quello che vuole sono soldi, soldi, e ancora soldi. Da quando l’ho denunciata me l’ha giurata, e questi sono i risultati».

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