È sempre allerta profughi. La Prefettura corre ai ripari: mille letti ai richiedenti asilo

Subito 600 posti «blindati». La stretta sulle procedure di identificazione sta facendo aumentare il numero di migranti costretti a restare a lungo sul territorio di Nicola Palma

Profughi in Stazione Centrale

Profughi in Stazione Centrale

Milano, 19 aprile 2015 - Gli sbarchi non si fermano. Anzi si fanno sempre più intensi: nell’ultima settimana in media 1.500 persone al giorno nell’ultima settimana. Da redistribuire in tutta la penisola, Lombardia compresa. Con una novità che rischia di mettere ancor più in difficoltà il sistema dell’accoglienza. Sì, perché il giro di vite sulle procedure di identificazione si sta facendo sentire, nonostante non si arresti neppure il flusso in città di eritrei e siriani non censiti: chi viene registrato in Sicilia, stando al Regolamento di Dublino, deve avviare nel nostro Paese le pratiche per la richiesta di asilo. E se viene intercettato oltre frontiera, viene rispedito al mittente. Cioè in Italia. Prima conseguenza: si preannunciano tempi di permanenza più lunghi rispetto al recentissimo passato, quando una rete di controlli piuttosto porosa permetteva alla stragrande maggioranza dei migranti, siriani in testa, di non registrarsi e di ripartire dopo soli due-tre giorni verso il Nord Europa. Seconda conseguenza: i letti a disposizione a Milano, città che in un anno e mezzo ha accolto quasi 60mila persone, cominceranno a scarseggiare.

A meno che non si decida di incrementarli. Così sta cercando di fare la Prefettura, che il 29 gennaio ha lanciato un bando per reperirne altri 600 tra Milano e provincia destinati «a cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale». Nei giorni scorsi, la commissione di corso Monforte ha assegnato la gara fondata sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (e non del massimo ribasso) a 11 partecipanti su 12 (l’unico escluso ha presentato la proposta con busta aperta e oltre i termini previsti dal capitolato), anche se inizialmente solo i primi sei classificati forniranno le strutture a loro disposizione. Ovviamente, ragionano a Palazzo Diotti, alla fine tutti dovranno contribuire alla causa, con una disponibilità complessiva di 1.092 posti. Ecco come verranno distribuiti gli ospiti, scorrendo la graduatoria: 100 posti alla Cooperativa Intrecci di Magenta, 25 alla Cooperativa Lotta contro l’emarginazione di Sesto San Giovanni, 80 al centro di via Aldini gestito da Fondazione Progetto Arca, 75 alla onlus Il Melograno (46 a Mediglia, 15 a Pieve Emanuele, 5 a Locate Triulzi, 5 a Milano e 4 a Peschiera Borromeo), 50 alla Casa Suraya della onlus Farsi Prossimo e 270 alla Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi (110 a San Zenone al Lambro e 160 nei due centri milanesi di via Saponaro e viale Isonzo).

Un piano d’emergenza per farsi trovare pronti, specie in vista dei sei mesi di Esposizione universale. Sì, perché il servizio inizierà proprio il 1° maggio per concludersi il 31 dicembre. Ai soggetti incaricati di gestirlo verrà chiesto di svolgere una serie di attività ben definite. La prima: registrare gli ospiti con report giornaliero a Prefettura e Questura e trasporto nella sede della Commissione territoriale per la protezione internazionale. La seconda: dar da mangiare ai profughi sette giorni su sette, stando attenti a predisporre menu «non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari degli ospiti». E ancora, è prevista pure la fornitura di vestiario adatto alla stagione, prodotti per l’igiene personale e buoni da 2,50 euro al giorno (fino a 7,50 euro per nucleo familiare). Il tutto con un costo massimo di 35 euro pro capite al giorno per un importo complessivo negli 8 mesi stimato in 5,145 milioni di euro. Intanto, continuano ad arrivare profughi nel centro polifunzionale organizzato dalla Croce Rossa, tanto che nelle ultime ore sono state montate altre tende del Ministero dell’Interno. nicola.palma@ilgiorno.net

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