Oh vita, decolla il tour di Jovanotti: 12 date ad Assago

Dieci sold-out per il re del pensiero positivo

Lorenzo Cherubini pronto al debutto

Lorenzo Cherubini pronto al debutto

Assago (Milano), 12 febbraio 2018 - Quando dichiari di aver fatto un disco che non è piaciuto a quelli a cui non doveva piacere, rischi di ritrovarti un po’ nell’angolo. E Jovanotti, impegnato a diffondere il verbo di un album non proprio immediato come «Oh vita», questo lo sa bene. Ma il profeta del pensiero positivo conosce altrettanto bene l’energia del palco e di un kolossal live come quello che accampa da oggi al 28 febbraio nel ventre in ebollizione del Forum di Assago per dodici notti di gioia e rivoluzione che rappresentano già di loro un record. Come dimostrato in questi anni dai concerti negli stadi e da altre cento iniziative, infatti, Lorenzo è un prodotto pop capace di vendersi a prescindere dai contenuti - per altro, sempre intriganti - in forza di una comunicativa da vero e proprio sciamano elettrico («…il mio agente dice che potremmo fare tutti sold-out anche con un album di cover del Rondò Veneziano»).

Poco importa, quindi, se, pressato dai palasport prenotati già un anno fa o giù di lì, «Oh vita» si limiti ad assemblare tante buone idee senza la completezza di altri dischi del passato, tanto ci pensa il tocco magico del mega produttore Rick Rubin ad annodare le storie, a liberare i sentimenti, a stendere sulle nuove canzoni quell’allure artistica che Lorenzo prova a ricreare sul palco con la complicità di Riccardo Onori alla chitarra, Saturnino al basso, Franco Santarnecchi al piano, Christian «Noochie» Rigano alle tastiere, Jordan McLean alla tromba, Gianluca Petrella al trombone, Matthew Bauder al sax, Gareth Brown alla batteria, Leonardo Di Angilla alle percussioni. Cinquantuno le date nei palasport, cui dovrebbe seguire un tour estivo nei principali festival europei.

Le cifre di «Oh vita» (2 dischi di platino contro i 5 del predecessore «Lorenzo 2015cc», centomila copie vendute contro duecentocinquantamila, anche se siamo solo all’inizio del cammino) dicono che di strada da fare per «Oh vita» ce n’è parecchia. Il suo venire alla fine di un lungo sodalizio come quello con il produttore Michele Canova Iorfida ricorda, a suo modo, un altro album di transizione quale «Il quinto mondo», con cui il ragazzo fortunato riprese il cammino dopo la proficua collaborazione con un’altra figura decisiva per la sua storia quale Michele Centonze. Dopo aver pubblicato un album dal vivo per il mercato Usa («Oh yeah», 2009) e portato a termine alcune tournée tanto in Nord e Sudamerica, Jovanotti con la sua nuova torna alle radici.

Musicali e non. «Non ho mai confidato molto nella possibilità di sfondare in America; credo molto, infatti, nella mia capacità di mettermi in sintonia con chi ho davanti, ma non in quella di fare grandi numeri sul mercato discografico di lì» assicura. «Anche perché dall’altra parte dell’oceano l’idea del cantante italiano è molto legata a quella della grande voce romantica e io, da quel punto di vista, non ho speranze. Così, anche se prodotto da Rubin, credo che quest’ultimo sia il disco più italiano della mia vita».

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