L'appello della nuora: "Milano ricordi Gino Bramieri"

Lucia, moglie del figlio Cesare: il nuovo governatore gli dedichi un premio

Gino Bramieri

Gino Bramieri

Milano, 8 febbraio 2018 - «Un premio in onore di Gino Bramieri». L’idea la riporta a galla Lucia Bramieri, la nuora del compianto comico, cantante e attore milanesissimo, sposa del figlio Cesare, anche lui scomparso. Il suo è un appello rivolto al futuro presidente della Regione, «chiunque sarà», a rendere concreto un sogno che si era affacciato due anni fa in occasione del ventennale della scomparsa di Gino celebrato con eventi patrocinati da Regione e Comune.

«Allora – racconta la signora – era stato l’ex governatore Roberto Maroni a lanciare l’idea, dicendo durante la conferenza di presentazione degli eventi che sarebbe stato bello istituire un premio in memoria di Gino. Io ho colto la palla al balzo, questo progetto mi ha subito entusiasmato e ho preso contatti con figure istituzionali che avrebbero potuto aiutarmi, ma quell’idea è rimasta tale. Si è arenata. Ecco, vorrei che potesse diventare reale. Soprattutto perché, oltre a essere stato un grande artista, Gino è un baluardo della milanesità». Questo premio futuro è nel cuore e nella mente della nuora che sta facendo di tutto per renderlo reale. «Potrà essere una rassegna di giovani comici, una serata con dei personaggi, un ciclo di incontri... Ancora è tutto da definire. Ma vorrei poter mettere le basi. E chiedo il supporto istituzionale: della Regione, visto che il primo a lanciare l’idea era stato l’ex presidente Maroni». Ora ricorda «la mostra realizzata alla biblioteca dell’Incoronata, lo spettacolo al Manzoni, l’annullo postale», con cui Milano ha celebrato Gino Bramieri per l’anniversario dei 20 anni dalla morte. «Sarebbe bello che non finisse nel dimenticatoio. Vorrei che la sua figura potesse brillare ancora, ogni anno».

I ricordi del suocero sono dolcissimi, «Ricordo il suo baciamano, che non mancava mai, seguito da un bacio sulla fronte. Era sempre molto elegante e con un profumo che non dimenticherò mai, così come la sua sciarpa bianca. Mi telefonava in ufficio e i miei colleghi si emozionavano. “C’è tuo suocero”, si affrettavano a dirmi, quasi increduli che dall’altra parte della cornetta ci fosse proprio Gino Bramieri». E lui si interessava anche del lavoro della nuora. «Sono stata una delle prime vigilesse, negli anni Ottanta, occupandomi di viabilità in diverse zone: da Niguarda a Porta Venezia al centro. Poi ho cambiato ruolo, lavoravo all’ufficio oggetti smarriti, che allora era in via Unione. Poi all’ufficio economato. E le telefonate di mio suocero non mancavano mai. Prima di morire, mi chiamava tutti i pomeriggi». Sapeva che l’amore tra Lucia e Cesare (il figlio, che Lucia ha sposato nel 1994) era davvero grande. «Io e Cesare ci siamo conosciuti a casa di amici. Appena mi ha vista ha esclamato “è lei” e dopo un anno ci siamo sposati. Anche lui ha dovuto combattere con la malattia, che alla fine lo ha sconfitto. Ma ha combattuto come un leone, era forte. In ospedale lo soprannominavano “Highlander”. Ora sono rimasta sola». L’unica a rinnovare la memoria della famiglia. «Una luce che non deve spegnersi».

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