Lo stage dei neomaggiorenni? In pattuglia e sull’ambulanza

Neomaggiorenni, studenti dell’ultimo anno delle superiori o dei primi dell’università, in stage alla centrale del 112, nei comandi dei vigili urbani e in strada

I ragazzi del progetto On the Road all’Auditorium Gaber

I ragazzi del progetto On the Road all’Auditorium Gaber

Milano, 24 giugno 2017 -  Neomaggiorenni, studenti dell’ultimo anno delle superiori o dei primi dell’università, in stage alla centrale del 112, nei comandi dei vigili urbani e in strada, con le pattuglie di polizia e carabinieri, sul camion dei pompieri, sull’ambulanza del 118. Sull’elicottero persino, «occasione più che unica, fuori dal mondo», chiarisce Alberto Zoli, direttore generale dell’Areu, Azienda regionale dell’emergenza-urgenza, presentando gli stage, validi come alternanza scuola-lavoro, che formano gli studenti sull’emergenza-urgenza facendoli partecipare a vere operazioni di soccorso, anche nelle shock room degli ospedali e soprattutto «On the Road».

Così si chiama il progetto nato dieci anni fa in Val Seriana, nella Bergamasca, che ha formato sinora circa 150 neomaggiorenni ma punta ad arrivare a mille per fine 2018, anche perché s’è esteso nel Bresciano e in provincia di Milano. Col supporto della Regione, di Comuni, questure, comandi dell’Arma, dei vigili del fuoco e della Gdf, dell’Ufficio scolastico regionale e quello ormai consolidato dell’Areu: «Affianchiamo gli studenti al nostro personale, dalla ricezione della richiesta di soccorso nelle centrali uniche di risposta del 112 alla gestione degli interventi nelle sale operative regionali, sui mezzi di soccorso e di pronto intervento, fino agli scenari reali su strada», spiega Zoli, auspicando che questo «format si estenda capillarmente in Lombardia e da qui in tutta Italia». Com’è accaduto insomma con il numero unico dell’emergenza 112, che ha debuttato in Lombardia dove oggi filtra il 55% di chiamate inappropriate e ormai raggiunge 20 milioni d’italiani (saranno 30 milioni per fine anno, l’intero Paese nel 2020). L’Areu ha ingaggiato i ragazzi «On the Road» come testimonial per diffonderlo attraverso la app «Where ARE U», altro format made in Areu diventato lo standard nazionale per le app della sicurezza.

E tuttavia, nelle tre settimane di tirocinio che si concluderanno il 9 luglio, i ragazzi «On the Road» dovranno deporre lo smartphone: dall’anno scorso, durante le attività di soccorso, gli stagisti consegnano il cellulare per concentrarsi sull’esperienza. Nelle pause, comunque, recuperano il tasso mediatico con video e foto per raccontare a coetanei ed amici, e le loro imprese sono documentate dai «reporter» dell’università di Bergamo su Facebook, Twitter, Instagram e un canale Youtube che, da quest’anno, trasmetterà «On the Road» anche attraverso una serie web, con annesso concorso per votare il miglior stagista e il miglior reporter. Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione, dice che «non sarebbe male che quest’iniziativa diventasse parte integrante del percorso didattico in tutte le scuole della Lombardia. Anzi, di più: esportare questo modello educativo a livello nazionale e farlo recepire al Governo. Ci lavoreremo. L’educazione civica in fondo è proprio questo, capire e far capire ai ragazzi cosa sta dietro al lavoro che gli operatori devono svolgere per garantirci quotidianamente la sicurezza». 

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