Smog, guerra alle porte aperte nei negozi: "Multe per il rispetto dell'ambiente"

Il Consiglio comunale chiede a Regione Lombardia di rivedere il Protocollo per la qualità dell'aria

La protesta in piazza Duomo (Newpress)

La protesta in piazza Duomo (Newpress)

Milano, 11 aprile 2017 - Smog a Milano? Tra le cause ci sono le porte dei negozi lasciate aperte. Per provare a risolvere questo problema, stamattina, è stata presentata una mozione dal presidente della commissione Ambiente di palazzo Marino Carlo Monguzzi con Aldo Ugliano, consigliere del Pd e primo firmatario del testo. Sono 29 le firme di adesione al documento, depositato in vista della scadenza del Protocollo per la qualità dell'aria. Per la sua riedizione, per la stagione invernale 2017-2018, i consiglieri chiedono a Regione, Anci e singoli comuni di "prevedere la possibilità di sanzionare con opportuni provvedimenti i comportamenti ambientalmente non corretti" e in particolare "decise misure di contrasto allo spreco energetico e al conseguente incremento dell'inquinamento da polveri sottili derivante dal fenomeno delle ' porte aperte dei negozi'".

Presenti anche Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia e Marco Ferrari, presidente dell'Associazione "Genitori Antismog", per i firmatari "è paradossale che tra innumerevoli norme e leggi che incitano al risparmio energetico e che concedono benefici e bonus fiscali per conseguirlo ci si dichiari impotenti di fronte a questa pratica". Per questo si chiede di "affidare al Politecnico di Milano il compito di verificare l'efficacia delle cosiddette 'lame d'aria', dispositivo in uso in alcuni negozi per contenere la dispersione del calore o del fresco causata dalle porte aperte, sapendo che alla presunta minore dispersione di calore bisogna aggiungere un incremento del 25% dei consumi dovuto alla produzione del getto d'aria"; di "istituire, in collaborazione con le Associazioni del Commercio e Ambientaliste, un riconoscimento per i negozianti che non adottano la pratica delle porte aperte, che potrebbe denominarsi 'Negozio Amico dell'Ambiente e della Città"; quindi, "in attesa delle verifiche del Politecnico circa le lame d'aria, in collaborazione con le Associazioni del Commercio e Ambientaliste, lanciare una campagna tesa a scoraggiare questa pratica, facendo emergere i carichi ambientali negativi che essa comporta, anche perché sono molti gli esercizi commerciali privi di questi dispositivi che comunque lasciano le porte aperte" e infine le eventuali sanzioni.  

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