Studentessa morta meningite: antibiotico per 200 fra compagni di corso e prof di Flavia

Analisi e confronto col meningococco C che a fine luglio ha ucciso, a 24 anni, Alessandra Covezzi, ricercatrice nello stesso dipartimento di Chimica

Flavia Roncalli

Flavia Roncalli

Milano, 2 novembre 2016 - Un po' meno di duecento persone ieri hanno preso l’antibiotico a Milano, dopo la conferma che Flavia Roncalli, studentessa di Chimica della Statale morta a 24 anni martedì mattina all’ospedale Niguarda, è stata uccisa da un batterio della meningite. Gli esperti dell’Ats Metropolitana, con la collaborazione offerta subito dall’ateneo, sono arrivati presto al dipartimento di Chimica di via Golgi: 146 tra lavoratori e studenti sono stati rintracciati per la profilassi, che, ricorda Giorgio Ciconali, direttore dell’Igiene e sanità pubblica a Milano, è raccomandata solo a chi ha avuto «contatti stretti o prolungati nello stesso ambiente» con la malata nei dieci giorni d’incubazione dell’infezione.

Per più di venti persone dopo il colloquio non è stata necessaria la terapia antibiotica. Un’altra ventina ha preso spontaneamente l’antibiotico. Sono stati ricostruiti anche i contatti extrauniversitari della ragazza: un’altra cinquantina tra amici e persone con cui è stata in palestra o al ristorante sono stati sottoposti a profilassi, così come i genitori e i sanitari che hanno curato Flavia al pronto soccorso del Niguarda, dove un’analisi approfondita ha stanato il batterio solo mercoledì pomeriggio. È stato inviato a Roma: il dna sarà confrontato col meningococco C che a fine luglio ha ucciso, a 24 anni, Alessandra Covezzi, ricercatrice nello stesso dipartimento di Chimica. Un contagio diretto è escluso dopo quattro mesi, e anche un contagio ambientale: il batterio “abita” gli esseri umani, il 10% degli adolescenti e giovani adulti ne è portatore sano, solo in casi rarissimi infetta il sangue o le meningi, provocando danni gravissimi o la morte. I tecnici dell’Ats l’hanno spiegato, incontrando gli studenti di via Golgi che piangono la seconda 24 enne nel 2016. Ma «non c’è allarme - chiarisce l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera -. I numeri, tra 30 e 40 casi l’anno con una decina di decessi, sono sovrapponibili agli anni scorsi».

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