Doppio volto del medico arrestato: scrupoloso in tv, cinico nelle intercettazioni

Norberto Confalonieri, il primario del Cto-Pini finito ai domiciliari per corruzione e turbativa d’asta e indagato per presunte lesioni ad alcuni pazienti si dice distrutto

Norberto Confalonieri

Norberto Confalonieri

Milano, 28 marzo 2017 - «Sono distrutto, sono stato dipinto come un mostro. Quelle frasi intercettate erano pura goliardia, frasi da bar». Lo ha detto Norberto Confalonieri, il primario del Cto-Pini finito giovedì scorso agli arresti per corruzione e turbativa d’asta e indagato per presunte lesioni ad alcuni suoi pazienti, al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Teresa De Pascale. L’ortopedico ha risposto per due ore alle domande del gip respingendo una a una tutte le accuse. Nella memoria difensiva, depositata al termine dell’interrogatorio, nega di aver rotto il femore a un’anziana per «allenarsi». «La frase incriminata dell’intercettazione - ha detto al giudice il medico, difeso dall’avvocato Ivana Anomali - è stata mal interpretata. Non ho rotto il femore apposta per allenarmi, ma si è rotto nell’impiantare la protesi, probabilmente in maniera lieve, tanto da non richiedere una sintesi dell’osso, ma solo riposo per un breve periodo».

«Non ci si può focalizzare su alcune parole delle intercettazioni - ha precisato l’avvocato - bisogna leggere i discorsi nel loro complesso». Secondo l’accusa, Confalonieri avrebbe esercitato la «tecnica bikini» su un’anziana donna in regime di sanità pubblica, al Pini - Cto, per poi applicarla a una 40enne alla casa di cura San Camillo, dove operava in «extramoenia». Anche a quest’ultima, stando a un’altra intercettazione, avrebbe spaccato il femore. Sempre secondo l’accusa nel giro di poco più di un anno, tra il settembre 2014 e il 31 dicembre 2015, il primario avrebbe impiantato 62 «protesi monocompartimentali di ginocchio» della Johnson&Johnson per «motivazioni di natura prettamente economica e personale». Non «per scelte scientificamente orientate», ma soltanto per finalità di «arricchimento personale» e per i suoi rapporti «occulti» con i referenti commerciali della multinazionale. Più protesi impiantava, più vantaggi aveva, secondo l’ipotesi accusatoria. Vantaggi di natura economica che consistevano in bonifici per ricche consulenze e naturalmente viaggi in alberghi di lusso con la famiglia, regali e comparsate tv. Un volto pubblico di rispettato e scrupoloso primario e uno privato, che esce dalle intercettazioni, in cui si disegna un mondo cinico, disumano, i soldi al primo posto, la salute dei pazienti all’ultimo. Sui rimborsi, sui pagamenti di cene e sulle apparizioni tv ottenute grazie alle multinazionali Johnson&Johnson e B.Braun (indagate) in cambio di «sponsorizzazioni» per le forniture di protesi, il medico ha sostenuto ieri che «non sono tangenti in nero, ma rimborsi per prestazioni scientifiche di divulgazione e aggiornamento. Tutti compensi rintracciabili». «È prassi comune a tutti i miei colleghi che vengano sponsorizzate le spese per i congressi. Se il mio comportamento risulta disdicevole allora tutto il sistema di divulgazione e aggiornamento scientifico è coinvolto».

 

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