"Un esempio negativo per gli altri": il report interno sull'agente indagato

In una relazione sul collega dell’ispettore arrestato, il dirigente dell’Ufficio Immigrazione aveva informato delle irregolarità commesse dai due

Giuseppe Falcone, 56 anni

Giuseppe Falcone, 56 anni

Milano, 26 ottobre 2016 - "È la dimostrazione che abbiamo gli anticorpi per poterci ripulire", disse l’allora questore Alessandro Marangoni all’indomani dell’arresto di un poliziotto che rubava all’Ufficio reperti del commissariato. Era il 20 dicembre 2011. Cinque anni dopo, quella frase vale ancora per la brutta storia dei permessi di soggiorno "facili" costata i domiciliari all’ispettore Giuseppe Falcone e l’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio a un altro agente. Sì, perché, come risulta dall’ordinanza del gip Teresa De Pascale, qualcosa si era già mosso in via Fatebenefratelli ben prima della discovery di qualche giorno fa dell’inchiesta della Squadra mobile diretta da Lorenzo Bucossi.

In una relazione datata 4 dicembre 2015, la dirigente dell’Ufficio immigrazione Tiziana Liguori aveva già informato l’allora questore Luigi Savina delle "irregolarità" commesse da due agenti (uno dei quali è quello che ha curato le pratiche di una brasiliana per conto di Falcone e che ora è indagato). "Al fine di verificare la corretta trattazione delle pratiche amministrative da parte degli operatori di questo Ufficio – l’incipit – la scrivente ha proceduto a richiedere al Centro elettronico Nazionale di Napoli l’elenco delle movimentazioni effettuate negli ultimi 6 mesi da alcuni dipendenti". Cosa ne viene fuori? "Dall’esame a campione dei tabulati ricevuti, dai quali si evincono i nominativi degli operatori che hanno partecipato alle varie fasi del procedimento finalizzato all’emissione del permesso di soggiorno, è emerso che i due dipendenti hanno posto in essere irregolarità amministrative nello svolgimento delle loro mansioni".

A carico dell’agente indagato risultano varie anomalie: dal ricevimento dello straniero in Questura nonostante avesse appuntamento in commissariato al rilascio di "titoli a tempo indeterminato pur in assenza di documenti di riconoscimento validi e di requisiti reddituali stabili e sufficienti". Passando all’altro agente, la dirigente si concentra su un caso: la validazione di soggiorni "in favore di 14 cittadini stranieri", tutti dipendenti dello stesso ristorante cinese a Concorezzo. Una "strana casualità", viene definita la circostanza che tutti i 14 lavoratori siano stati trattati "dal medesimo operatore in tempi e circostanze differenti"; senza contare che alcuni di loro, i residenti a Milano, non avrebbero potuto essere ricevuti nel salone riservato ai residenti in provincia. Conclusione: "Non si ritiene opportuno che i citati dipendenti proseguano la loro attività in questo Ufficio, poiché con la loro condotta censurabile sotto il profilo disciplinare, oltre ad aver interrotto il rapporto di fiducia con la scrivente, rappresentano un esempio negativo per i colleghi". Ne nascono due procedimenti disciplinari. E chi si occupa dei due? "Dalle intercettazioni – chiosa il gip – è emerso come Falcone si stia occupando attivamente di seguire la difesa". Difesa vana: l’agente indagato verrà allontanato.

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