De Albertis, funerale in Sant'Ambrogio gremita: "Addio a un capitano vero" / FOTO

"Claudio ha vissuto con la forza del mite": è l'omelia di un amico, monsignor Erminio De Scalzi

L'addio a Claudio De Albertis (Newpress)

L'addio a Claudio De Albertis (Newpress)

Milano, 5 dicembre 2016 - Funerale di Claudio De Albertis in Sant'Ambrogio. Intorno alle 11 il feretro ha fatto il suo ingresso nella basilica. Presente una cospicua rappresentanza della giunta comunale: il sindaco Giuseppe Sala con la fascia tricolore, la vicesindaco Anna Scavuzzo e l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza. Partecipano anche il presidente della Regione Roberto Maroni e il prefetto Alessandro Marangoni. La chiesa si è riempita di gente venuta a tributare l'ultimo saluto al presidente dei costruttori e a ricordarlo insieme alla sua famiglia. In prima fila, infatti, siedono il figlio e il resto dei suoi familiari.

Il rito è stato celebrato da monsignor Erminio De Scalzi, che ha pronunciato un'omelia in ricordo di un amico. "Eravamo amici,l'ho conosciuto bene, era parrocchiano, veniva alla Basilica", ha precisato il parroco di Sant'Ambrogio. In onore alla sua riservatezza, l'omelia si è  soffermata sulla sua vita pubblica: "Doveroso - ha spiegato De scalzi - è il ricordo che gli deve Milano e l'intero Paese per il suo impegno lavorativo e la partecipazione attiva al dibattito costruttivo per la città. Presidente amato dei costruttori edili e della Triennale, è stato un gentiluomo rispettoso dell'ambiente, delle persone e attento ai risvolti sociali del suo operato".

Si è ricordata anche la gratitudine che "la chiesa ambrosiana gli deve per il suo impegno, non ultimo per la realizzazione del padiglione della santa sede a Expo" e la sua "passione per il fare bene che gli ha permesso di sedersi al tavolo di lavoro fino a pochi giorni prima della sua scomparsa. Aveva un dono speciale, sapeva guardare avanti, è stato una guida, un capitano vero e proprio che ci lascia insegnamenti preziosi. Rimpiangeremo lo stile con cui operava. È stato un uomo mite, che non significa essere un perdente, ma un uomo forte. Claudio ha vissuto così: con la forza del mite, rivolgendo questa forza non solo nella sua malattia, ma anche nella sua professione dove ha chiesto regole chiare che garantissero l'onestà di tutte le imprese edili contro la malattia morale dell'opacità delle imprese costruttrici".

L'abate ha ricordato poi, a uno a uno, i familiari di Claudio De Albertis: "La mamma Renata, donna forte e intelligente, ricca di anni e di fede. La vedevo tutte le mattine alla messa quotidiana", ha spiegato ricordando anche "il papà Edoardo, i figli Regina ed Edoardo e la moglie Sonia che lo ha amorevolmente accompagnato nei suoi ultimi anni". Per loro, ha aggiunto, "credo che sia di conforto di vedere come questa celebrazione sia partecipata e condivisa". Gremite infatti le navate della basilica: tra i banchi, il direttore del museo della scienza Fiorenzo Galli, il presidente di Confcommercio Milano Carlo Sangalli, la show girl Alba Parietti e l'ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris.

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