Chef morto nella sparatoria in discoteca: la famiglia di Daniel vola in Messico

"Era la festa fatta persona. Carismatico, pieno di energia". Così lo ricordano nel quartiere Qt8

Gente fuori dal Blue Parrot, nel riquadro Daniel Pessina

Gente fuori dal Blue Parrot, nel riquadro Daniel Pessina

Milano, 18 gennaio 2017 - «Era la festa fatta persona. Carismatico, pieno di energia». Così Chiara Trussardi, barista del quartiere Qt8, ricorda Daniel Pessina, il 34enne ucciso con un proiettile all’addome durante una sparatoria all’interno del locale Blue Parrot a Playa del Carmen, in Messico, dov’era in corso il Bpm Festival, alle 2.30 di lunedì. Si era trasferito a Sayulita tre anni fa, Daniel, per aprire il ristorante «Gusto artisan food market» insieme alla moglie Giusy. Aveva realizzato il sogno di cambiare vita, anche se alla casa milanese era rimasto legatissimo, di aprire un’attività tutta sua. Quella sera si era spostato di 2.500 chilometri per partecipare all’evento.

«Ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato», dicono ora gli amici di via Collecchio, nell’angolo in cui si concentra un pugno di attività commerciali tra cui la pizzeria della famiglia Pessina, ieri chiusa per lutto. Papà, mamma di Daniel e il fratello Manuel sono partiti ieri all’alba alla volta del Messico, arriveranno a destinazione questa mattina. Un cartello fuori dalla pizzeria avvisa della chiusura. A pochi passi, una farmacia, uno storico bar-tabacchi, un fornaio e un’agenzia immobiliare. «Siamo tutti sotto choc», sottolinea Anna Bassi, farmacista come la mamma, da una vita a servire clienti in questo spicchio di città vicino al nuovo parco del Portello e al Monte Stella. Ma c’è un rospo da sputare, una frase che come un ritornello viene pronunciata di negozio in negozio: «La famiglia ha dovuto provvedere da sé alle spese per il viaggio. Eppure dalla Farnesina era stato annunciato un sostegno».

C’è chi sussurra che un amico abbia contribuito a pagare i biglietti per raggiungere il Messico. Un problema risolto «ma che non avrebbe dovuto esserci, già basta il mare di dolore da affrontare», sottolinea la farmacista. Da fonti diplomatiche apprendiamo che la famiglia Pessina è stata assistita fin dall’annuncio della scomparsa di Daniel e che oggi sarà accolta in aeroporto a Città del Messico da un funzionario diplomatico che la supporterà anche per sbrigare le pratiche burocratiche. La normativa prevede la copertura delle spese per il rimpatrio della salma soltanto nel caso in cui si versi in condizioni di indigenza. Altrimenti è possibile usufruire di un prestito con promessa di restituzione. Daniel è una delle cinque vittime dell’assalto alla discoteca, secondo gli investigatori messicani opera di una banda di narcos che avrebbe voluto punire il proprietario del locale, reo di non aver consentito lo spaccio di droga durante la kermesse. Il fratello Manuel non riesce a capacitarsi. «Rispondi a quel c... di telefono!!!«, scriveva su Facebook prima di scoprire l’irreparabile. Poi la partenza, insieme ai genitori: «Ti hanno portato via da noi in un modo assurdo ma in uno dei luoghi che tu più amavi ovvero dove c’è da far festa». «Tra poche ore vengo anzi veniamo a prenderti, ti riportiamo a casa e ti organizzeremo un festa che ci sentirai ovunque tu sei!».

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