Area C incubo dei disabili: "Così ho preso tre multe anche se ho l’esenzione"

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Giorgio Guida, 67 anni

Giorgio Guida, 67 anni

Milano, 12 settembre 2015 - Il Codice della Stradaparla chiaro: ai titolari di contrassegno disabili deve essere consentito il transito libero nelle zone a traffico limitato anche se l’ingresso è a pagamento. Ma nella Milano di Area C c’è chi si è dovuto rivolgere al prefetto per far valere tale diritto. La firma sul ricorso è di Giorgio Guida, 67 anni, disabile, residente a Genova e multato «tre volte» per essere entrato nella Cerchia dei Bastioni senza provvedere a pagare alcunché. La prima multa, l’unica fin qui contestata, gli è stata comminata il 17 aprile e recapitata il primo di giugno. «Eppure anche il Dpr 503 del ’96 sancisce il diritto alla libera mobilità» sottolinea Guida. Che è accaduto? Accade che la legge vola alto, per fortuna. Ma spesso non ha gambe per camminare sulla terra.

Area C a Milano

I pass disabili sono rilasciati dai Comuni: ogni municipalità ha il suo registro e nessuna può contare su un registro nazionale. Perché non esiste. La polizia locale e il Comune di Milano non possono sapere a priori che il genovese Giorgio Guida è titolare di un contrassegno ed inserire quindi la targa del suo veicolo nel sistema informatico delle Ztl per evitare che ogni transito si trasformi in un’ingiusta sanzione. Ma c’è un problema precedente: pure esistesse un registro nazionale, bisognerebbe abbinare il pass alla targa o alle targhe dei veicoli coi quali il disabile si sposta. Il contrassegno è infatti associato alla persona in modo che possa essere usato anche per i veicoli di chi trasporta i portatori di handicap. Palazzo Marino registra nel database tutte le targhe segnalate dai titolari di pass disabili anche se in uso ad accompagnatori, con la controindicazione che solo con la presenza di un vigile ai varchi si può pizzicare chi entra nella Cerchia senza pagare anche quando non trasporta disabili.

l caso Guida è figlio di questo confuso contesto. «Io – dice lui – potrei registrare nel sistema la targa del veicolo col quale mi sposto, come chiede il Comune. Ma questo limita di molto il nostro diritto alla mobilità: bisogna trovare sistemi più flessibili». A complicare tutto, i tempi di reazione del Comune: «Il primo giugno, ricevuta la multa, ho inviato una mail all’assessore alla Mobilità chiedendo come si potesse ovviare ad una multa illegittima. La prima risposta mi è arrivata dalla segreteria dell’assessore 25 giorni più tardi ed è stata del tutto interlocutoria. Ci sono voluti 3 mesi per avere, il 4 settembre, una seconda risposta, quella in cui mi si spiegava che per l’esenzione dovevo registrare la targa». Da Palazzo Marino obiettano che Guida avrebbe dovuto rivolgersi allo 02.0202 o consultare il sito. Resta aperta una questione non secondaria: «E le multe prese nel frattempo? Il Comune non si è espresso».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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