Giallo bimbi del Congo, per la Cai in Italia c’è chi “danneggia“ i minori

La risposta della Commissione adozioni internazionali alle interpellanze parlamentari

L’arrivo a Roma lo scorso anno dei bimbi congolesi accompagnati dal ministro Boschi

L’arrivo a Roma lo scorso anno dei bimbi congolesi accompagnati dal ministro Boschi

Milano, 18 febbraio 2015 – Mentre i bimbi restano in Congo e le famiglie adottive sono sempre più disperate, in Italia infuria la polemica “politica”. Dopo le interpellanze parlamentari che chiedevano spiegazioni sul comportamento in Africa della Cai, la Commissione adozioni internazionali è intervenuta con un duro e articolato comunicato. Secondo Cai ci sarebbe chi «a sostegno di interessi poco chiari, tende a ostacolare l’attività della Commissione, anche attraverso la stampa e in ogni sede che assicuri clamore mediatico, compresa quella parlamentare, una falsa rappresentazione dei fatti; istigando perfino coppie adottive ad assumere atteggiamenti reattivi e di divisione rispetto ad altre famiglie in analoga condizione e a disattendere le raccomandazioni».

Il riferimento sembra essere rivolto a enti come Aibi, la lombarda associazione Amici dei bambini, che in generale, ma in particolare sul Congo, hanno un contenzioso aperto con la gestione della presidente Della Monica.

Il ministro BoschiRiferendosi al giallo dei 22 orfani spostati da una casa d’accoglienza con una procedura che, ha fatto aprire delle inchieste in Congo e interpellanze parlamentari bipartisan in Italia, per la Cai si tratta di notizie che «hanno lo scopo di delegittimare l’azione del Governo, allarmare le famiglie e che tendono a pregiudicare i rapporti tra Italia ed Rdc». Non è ben chiaro però se il trasferimento sia avvenuto o no e se riguardi solo i bimbi di coppie che nei mesi scorsi hanno revocato il mandato ad Aibi.

E la Commissione entra anche nel merito di suor Benedicta, la religiosa che era a fianco del ministro Boschi sull’aereo che lo scorso maggio riportò a casa alcuni piccoli, dalla quale ha preso le distanze il suo ordine originario ma che è stimatissima da molte famiglie che hanno adottato in Congo. «Particolarmente inquietanti - scrive - le accuse diffamatorie e calunniose rivolte ai rappresentanti religiosi di enti che operano nella Rdc, dove rivestono da tempo un ruolo importante e riconosciuto nel campo della tutela dei diritti umani dei bambini».

Insomma per la Cai in Congo non è successo nulla di grave mentre tutto quanto detto e scritto in Italia, interpellanze parlamentari comprese, farebbero parte di una di macchina del fango orchestrata da chi danneggia «i minori, disattendendo la volontà dei loro genitori adottivi e ostacolando il Governo nelle proprie funzioni».

Quello che è certo che nulla poco di buono sta succedendo in Italia con una polemica che assume toni e violenza inusuali nel piccolo mondo delle adozioni internazionali.

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