Vaprio, Sicignano esulta: "E' la fine di un incubo, sapevo che mi avrebbero creduto"

Lo scorso 20 ottobre il pensionato sparò e uccise un ladro in casa. Caduta l'accusa di omicidio, il pm ha chiesto l'archiviazione: è stata legittima difesa

Francesco Sicignano

Francesco Sicignano

Vaprio d'Adda (Milano), 2 giugno 2016 - "Ho sempre detto solo la verità. Non ho mai avuto paura. Sapevo che mi avrebbero creduto". Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio che il 20 ottobre sparò e uccise il giovane ladro albanese entrato in casa sua per derubarlo, si gode il giorno che aspettava da mesi. Da quando alle due del mattino di quella maledetta notte aveva impugnato la pistola e fatto fuoco "contro una sagoma nera che mi veniva addosso in cucina". Lo fa dopo la richiesta di archiviazione del caso che l'ha visto protagonista anche sui media, avanzata dal pm di Milano Antonio Pastore, in accordo con il procuratore aggiunto Alberto Nobili. Gli inquirenti sono convinti che si sia trattato di legittima difesa. Ora spetta al gip decidere, "ma abbiamo fatto un grosso passo in avanti", dice il candidato a Palazzo Marino con Forza Italia. "Si è detto di tutto sul mio conto, ma io non mi sono mai perso d'animo. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e ora la mia fede mi sta ripagando".

"Anche se - continua il 65enne - la mia condanna io ce l'ho già. Non c'è notte in cui non mi svegli senza rivivere quella tragica sequenza. Non c'è giorno che non ripensi a Gjergi, morto a vent'anni. Sono vicino a suo padre e a sua madre, ho figli anch'io. Un fatto del genere ti segna indelebilmente, ti rovina la vita. Ho sparato preso dal panico. Quando mi sono accorto che c'era qualcuno in casa, ho creduto di morire. Pensavo che ci avrebbero ucciso senza pietà. Ho reagito d'istinto. Sfido chiunque a non premere il grilletto". Un racconto fiume, con gli occhi che si inumidiscono quando "parla della moglie che da allora vive nel terrore che possa succedere ancora". Sicignano smonta e rimonta continuamente gli interminabili minuti "vissuti sull'orlo dell'abisso".

"Mai e poi mai avrei pensato di mettermi in politica - ammette - ma dopo quel che è successo, ho sentito che dovevo fare qualcosa. Vorrei evitare questo strazio ad altri. Servono norme che tutelino le nostre famiglie. E' un'idea in cui credo profondamente, per la quale mi spendo volentieri". A spingere gli inquirenti a chiedere di scagionarlo è stata, oltre a una serie di accertamenti, anche una consulenza tecnica, che ha fornito un ennesimo riscontro alla ricostruzione resa dal pensionato, accusato di omicidio volontario. Gli esiti hanno confermato la sua versione chiarita dopo un'iniziale incertezza: Gjergi Gjonj, colpito in cucina, si è trascinato agonizzante sulle scale, dove è stramazzato al suolo e dove è stato ritrovato dai carabinieri. Già a dicembre si ventilava l'ipotesi di una derubricazione dell'accusa in omicidio colposo con eccesso di legittima difesa. Ora invece la richiesta di archiviazione.