Il caso della maternità di Cernusco sul Naviglio. La commissaria: "L’oncologia all’Uboldo, su Melzo investire di più"

Investire sull’oncologia all’ospedale di Cernusco, ma potenziare anche la maternità di Melzo che dal primo gennaio 2015 fagociterà quella dell’Uboldo. È la proposta dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, illustrata dalla commissaria Marina Gerini al Pirellone di Giulia Bonezzi

Una delle ultime manifestazioni di genitori e lavoratori dell’ospedale di Cernusco sul Naviglio

Una delle ultime manifestazioni di genitori e lavoratori dell’ospedale di Cernusco sul Naviglio

Cernusco sul Naviglio, 4 novembre 2014 - Investire sull’oncologia all’ospedale di Cernusco, ma potenziare anche la maternità di Melzo che dal primo gennaio 2015 fagociterà quella dell’Uboldo. È la proposta dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, illustrata dalla commissaria Marina Gerini ieri al Pirellone. Sono le richieste già formulate alla Regione, ripetute durante un’audizione in commissione Sanità chiesta dal consigliere azzurro Fabio Altitonante. Il tema è sempre la chiusura del punto nascita dell’Uboldo, nonostante i 567 bambini che ha fatto venire al mondo l’anno scorso, collocandosi appena sopra la soglia di sicurezza nazionale. Sarà sacrificato per scelta dell’Asl Milano 2 e della Regione, per fonderlo con la maternità dell’ospedale Santa Maria delle Stelle di Melzo, che invece il break even non l’aveva raggiunto, avendo riempito solo 417 culle. Una decisione della Regione.

La commissaria Gerini si limita ad inquadrarla nel progetto di trasformazione dell’Azienda ospedaliera di Melegnano in struttura «a rete», con i sei stabilimenti organizzati intorno ai tre presidi di Vizzolo Predabissi (con Cassano d’Adda e i poliambulatori Sud), Cernusco (con Vaprio d’Adda e l’odontoiatria territoriale), e Melzo (con Gorgonzola e i poliambulatori Nord). Un’azienda ospedaliera da oltre 27 mila ricoveri nel 2013 (di cui 12.439 a Vizzolo, 6.054 a Cernusco, 5.334 a Melzo), con un bacino di 630 mila persone che si estende su 53 comuni, sulla quale sono in corso potenti investimenti. Come il cantiere da 23 milioni di euro di Vizzolo, fine lavori nel 2016 ma a dicembre sono in consegna la Rianimazione, l’unità coronarica e la prima parte del pronto soccorso. O la ristrutturazione del Santa Maria delle Stelle, 15 milioni di euro, fine lavori prevista ad aprile 2015.

E però, insiste Gerini, proprio a Melzo va potenziata la maternità, dotandola di patologia neonatale e partoanalgesia. Perché il punto nascita del Santa Maria delle Stelle, “salvato” dalla Regione che lo ritiene in grado di crescere in quanto meglio attrezzato e meglio collocato rispetto alle nuove infrastrutture Teem e BreBeMi, è comunque troppo vicino al San Raffaele per sentirsi al riparo da emorragie di pazienti verso il gigante privato a contratto, che l’anno scorso ha fatto nascere 1711 bambini. E all’estero le linee guida, aggiunge Gerini, collocano la soglia d’esistenza di un reparto maternità non a 500 parti l’anno, ma a mille.

giulia.bonezzi@ilgiorno.net