"Bloccati per le magliette per il No": strascichi polemici nel dopo Boschi

Un gruppo è stato fermato prima del comizio della ministra alla Festa dell'Unità di Lodi

Cristian Toma, 39 anni

Cristian Toma, 39 anni

Lodi, 3 settembre 2016 - E' polemica sulla visita di venerdì del ministro Maria Elena Boschi alla Festa de L’Unità del Lodigiano per esporre le ragioni del Sì al referendum costituzionale che si terrà a breve. Un gruppo di persone si è visto negare l’accesso dalla Digos all’Area del Capanno in quanto indossavano magliette con la scritta No. Cristian Toma, tra i respinti, racconta la dinamica: "Io e cinque amici avevamo deciso di andare a seguire il dibattito – spiega – ma non appena siamo arrivati al parcheggio la Digos ci ha fermato e spiegato che non potevamo entrare nell’area per via delle magliette che alcuni di noi, non tutti, indossavano, e si sono giustificati dicendo che gli organizzatori volevano evitare possibili contestazioni. Personalmente mi sono sentito umiliato".

Dal momento che erano presenti all’evento diversi esponenti del centrodestra e del Movimento Cinque Stelle, pubblicamente schieratisi per il No ma entrati senza nessuna contestazione e privi di un abbigliamento che potesse essere considerato provocatorio, secondo Toma "l’abito ha fatto il monaco: si voleva evitare la presenza di persone dichiaratamente per il No". Il ragazzo ha inoltre specificato che alla festa, che si terrà dal 9 all’11 settembre all’ex asilo Garibaldi in via Vistarini a Lodi, di Sel Sinistra Italiana Lodi, organizzazioni politiche alle quali lui e gli altri membri del gruppo sono affiliati, "tutti potranno entrare con qualsiasi maglietta, anche quella per il Sì, perché l’accesso deve essere consentito a tutti, nel rispetto delle diverse opinioni. Anche al dibattito sul referendum costituzionale, che si terrà il 10 alle 20,30, saranno tutti i benvenuti per prendere parte a un momento di confronto quale deve essere un dibattito".

Subito è arrivata la risposta del segretario provinciale Pd Fabrizio Santantonio, presente alla Festa al momento del fatto, che racconta: "L’incontro non era un dibattito aperto ma un comizio in un luogo privato, quello della Festa de l’Unità. Abbiamo scelto questa formula per evitare episodi di intolleranza, già avvenuti in occasione di altri dibattiti sullo stesso tema. Ora, è arrivato questo gruppetto di persone autodefinitesi “antifa’” ed “esponenti del No”, non facenti parte di nessun comitato specifico per il “No”, con un abbigliamento piuttosto eloquente e senza gli accrediti necessari per prendere parte alla manifestazione, che in ogni caso non era un dibattito come da loro sostenuto e per la quale vigevano delle restrizioni per ovvi motivi di sicurezza. Dopo aver quindi spiegato i motivi dell’accesso a loro negato, cioè il desiderio di evitare episodi di intolleranza, abbiamo invitato queste persone a entrare alla festa, ma si sono rifiutate e se ne sono andate".