Villa Cortese, il don: "Accogliete". E partono i fischi

E' successo durante il Consiglio comunale aperto

Un'immagine della serata

Un'immagine della serata

Villa Cortese (Milano), 17 maggio 2017 - L'arrivo dei profughi rischia di mandare in soffitta la proverbiale carità cristiana. E' in un certo senso successo durante il Consiglio comunale aperto della scorsa settimana a Villa Cortese, quando don Adriano Cucco, sacerdote nativo della cittadina è stato contestato dalle persone in sala quando ha osato parlare di accoglienza e rispetto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata quando don Adriano si è permesso di citare papa Francesco anch’egli figlio di immigrati piemontesi in Argentina. Alcune persone, irritate dell’ammonizione del sacerdote missionario, hanno lasciato seccati la sala.

Saranno state forse le parole forti di don Adriano ad indispettire la platea? "Dobbiamo vergognarci tutti – ha detto il sacerdote –: queste persone rischiano la vita per lasciare un Paese dove la morte è quasi certa. Come possiamo pensare che lo facciano di loro spontanea volontà? È un viaggio tremendo dove le possibilità di morire in mare sono molto alte".

Non ha placato gli animi dei più esagitati. Anzi, qualche commento un po’ piccato e il classico invito ad ospitarli in casa propria sono state le “gentilezze“ risuonate nella sala. Don Adriano non si è lasciato perdere d’animo e anzi ha rincarato la dose: «Anche nel dopoguerra Villa è stato un paese di immigrati. Chi ha costruito le nostre case e fatto le nostre fognature? – ha interpellato i presenti – Quelli che noi chiamavamo “terroni” e che oggi rappresentano una ricchezza per il territorio. Persone che si sono integrate benissimo tra la nostra gente". Secondo il don non saranno certo gli otto profughi provenienti dal Terzo Mondo, coinvolti in particolari situazioni di guerra, a sconvolgere la realtà cittadina. L’intervento di don Adriano ha chiuso una serata iniziata già in tensione, l’intervento del vicesindaco Bergamaschi che ha tentato di spiegare la struttura dell’intesa tra il Comune e il prefetto di Milano è stato più volte interrotto da fischi e commenti negativi.

Qualche applauso non è mancato, ma era evidente che il sentiment generale non era particolarmente incline all’accoglienza dei rifugiati. Anche se il numero è molto esiguo, otto persone appunto, in paese si teme un possibile incremento in futuro. Tra i più accaniti oppositori al progetto sottoscritto dal sindaco Barlocco, tanti immigrati del Mezzogiorno, che non hanno nessuna voglia di aprire le porte delle loro case sfitte ai disperati. Musica per le orecchie leghiste che non ha voluto rinunciare all’occasione di far sentire la propria voce schierando il deputato Marco Rondini.