Vanzaghello, don Armando choc: "Cancellare omosessualità e droga"

Omelia contro le unioni civili del sacerdote: "Una follia che va respinta" di IVAN ALBARELLI

Il parroco don Armando

Il parroco don Armando

Vanzaghello (Milano), 31 gennaio 2016 - «I have a dream...». Ha scomodato la storica e memorabile frase di Martin Luther King il parroco di Vanzaghello don Armando Bosani. Sì, perché anche lui come tutti accarezza dei sogni che spera di poter vedere prima o poi realizzati. Il suo però è decisamente particolare. E lo ha descritto così ai fedeli durante una delle ultime omelie: «Ho sognato una società libera dalla droga, dalla mostruosa immoralità, dalla follia della teoria gender e dall’omosessualismo inteso come ideologia di guerra alla famiglia e al diritto naturale».

Parole che accompagnate dalla novena alla Beata Vergine perché dall’alto dei Cieli intervenga per cancellare il disegno di legge sulle unioni civili hanno trasformato il paese del Milanese a ridosso di Malpensa in un bastione agguerrito del fronte del no al progetto Cirinnà. «Rivendico il diritto di dire come sacerdote ciò che penso – s’infervora il sanguigno prevosto – rivendico il diritto di non piegarmi al politicamente corretto o al pensiero unico e di fare in modo che prevalga il sano, buon senso cattolico. Questa cosa delle unioni civili è una follia: esiste già il diritto privato che può regolare i rapporti fra due persone, e allora perché una legge? La verità è che si vuole la dissoluzione della famiglia, è questo che vogliono!». 

Parole dure che non lasciano spazio o margini ad alcun compromesso. E che invariabilmente da Natale a questa parte don Armando fa tuonare dal pulpito e poi scrive sul giornalino parrocchiale «Il Mantice». Fedeli – magari i più liberal e progressisti – che si alzano e abbandonano la messa? Nemmeno l’ombra. Parola di parroco. «Ma va’! La chiesa è sempre piena alla domenica, e il nostro bollettino va a ruba. Ne vanno via almeno mille copie ogni volta. La gente qui a Vanzaghello è contraria a questo progetto, perché ha capito a cosa vogliono arrivare alla fine, all’adozione dei bambini».

Già, Vanzaghello. Paese di poco più di cinquemila anime con uno zoccolo duro di anziani. Sarà mica che... «No, non è così – mette le mani avanti don Armando – sono proprio i giovani i più infervorati, glielo posso assicurare. Durante le benedizioni natalizie ho visitato 1.800 famiglie e so cosa le persone pensano e che magari non dicono a giornali o televisioni per paura di venire censurate o derise, ma col parroco si confessano, parlano. E nessuno vuole questa roba qui». È un fiume in piena, il don. Proviamo a instillare il sospetto che nelle grandi città, a Milano distante appena una trentina di chilometri, l’opinione dei cattolici non sia poi così granitica. «La sa una cosa? Sono proprio le piccole realtà come Vanzaghello che tengono in piedi l’Italia, che la salveranno! E, mi creda, il parroco conosce la sua comunità. Con lui la gente si confida, parla...».

di IVAN ALBARELLI