Morti d'amianto alla centrale termoelettrica, tutti assolti

La sentenza d'appello emessa dai giudici milanesi accolta dai famigliari

La centrale termoelettrica di Turbigo

La centrale termoelettrica di Turbigo

Turibigo (Milano), 21 febbraio 2017 - Morti in centrale, tutti assolti in appello. E cosi’ si è chiuso un altro capitolo del processo al palazzo di giustizia milanese che ha visto imputati con l’accusa di omicidio colposo quattro ex manager (tre sono morti) della centrale termoelettrica che secondo l’accusa e le parti civili sarebbero stati responsabili della morte per mesotelioma pleurico (un tumore killer che si sviluppa respirando fibre di amianto) di otto ex dipendenti, poiché non avrebbero informato e adeguatamente protetto i lavoratori dai rischi che correvano stando a contatto con l’amianto.

I giudici in primo grado avevano assolto tutti in formula piena per non aver commesso il fatto. Durante la sentenza di primo grado le vittime delle famiglie e i rappresentanti delle associazioni parti civili a processo (Associazione italiana e sposti amianto e medicina democratica, oltre alle altre parti rappresentate da Inail e comune di Turbigo) avevano manifestato in aula tutto il loro dolore e delusione. Questa volta il clima nella quinta sezione penale della Corte d’appello era di rassegnazione. «Ce lo aspettavamo», commenta Chiara Misin, figlia di Oscar, uno degli otto operai morti che aveva contribuito a fondare la sezione di Turbigo di Aiea. Ora bisognerà vedere se il Sostituto procuratore generale, Gemma Gualdi, ricorrera’ alla Cassazione. Le motivazioni della sentenza d’appello sono attese tra sessanta giorni.