Addio alla casa di Gianni Brera: demolita per una villa di lusso

Bosisio Parini, rasa al suolo. Dello scrittore non resta più nulla

Gianni Brera

Gianni Brera

Bosisio Parini (Lecco), 16 novembre 2017 - Una villa di lusso, “firmata”, lì, sulla riva dell’Eupili dove era la “modesta” (come diceva lui) dimora di Gianni Brera: a 25 anni dalla morte, a ricordare il “Giôan” sul suo lago non rimane quasi più nulla, se non l’affetto di tanti amici e delle persone che l’hanno conosciuto.

La “casa a lago" che il grande giornalista “si era fatto” negli anni Sessanta sulla riva di Garbagnate Rota è stata rasa al suolo dopo che un incendio la devastò nel 2012, portandosi via anche tanti ricordi e documenti del “maestro”, e al suo posto verrà edificata una nuova residenza privata, una villa di lusso con vista panoramica sul lago. Si chiamerà Villa Dama. Anche la darsena è stata in parte coperta e a celebrare lo scrittore è rimasto ormai solo un grande “menir” installato da ignoti un paio di anni fa con il suo nome oltre al cippo del Comune di Bosio Parini.  Non rimarrà quasi più nulla della grande epopea breriana sul lago di Pusiano.  Brera venne a farsi la sua dimora (non gli piaceva chiamarla “villetta”, tanto meno “villa”) a Bosisio nel 1964. L’aveva progettata lui con carta e matita,  facendo talvolta impazzire architetto e geometra. «Ho scelto l’acqua perché sono nato su due fiumi, l’Olona e il Po. Sono acquoreo, insomma», spiegava il giornalista in merito alla scelta di vivere in Alta Brianza.

Raccontava che era venuto sul “Pusiano” a farsi la casa perché era nato povero a San Zenone Po e andare lì a fare la casa avrebbe avuto l’impressione di essere come quei ricchi salumieri che tornano in paese a umiliare i loro paesani. La casa a lago divenne presto il luogo di incontro con personaggi di cultura e di arte, impegnati in conversazioni che spesso si facevano scontri accesi, seduti intorno a ricche tavolate e a schiere di bottiglie con vini di grande pregio. Amava la pesca Gianni Brera e spesso usciva in barca con gli amici, con il fratello Franco. «L’incendio aveva pesantemente danneggiato la casa - spiega Franco Brera, figlio di Gianni, che fino al 2012 ha vissuto lì -. Dicevano che si sarebbe potuta salvare ma non è così. Andava ricostruita e servivano molti soldi. Certo che il pensiero torna spesso lì ma non c’era altra soluzione. Mi interessa solo che chi andrà a vivere lì sia una brava persona. Non rimane quasi più niente a ricordare mio padre. Anche la darsena non è più come prima. Per fortuna qualche sconosciuto ha costruito un menir molto bello con una targa che ricorda mio padre».