Lecco, l'aviatore Gnecchi spegne le 101 candeline

Classe 1914, si è arruolato nell'aeronautica militare nel 1935. La sua vita è un pezzo di storia

Luigi Gnecchi, 101 anni

Luigi Gnecchi, 101 anni

Lecco, 4 marzo 2015 - Il pilota eroe pluridecorato della Guerra di Spagna e del secondo conflitto mondiale Luigi Gnecchi compie 101 anni. Classe 1914, uno degli ultimi superstiti della battaglia d’Inghilterra combattuta nei cieli d’oltremanica nel 1940, si è arruolato nell’Aeronautica militare italiana nel 1935. Erano i tempi del ventennio. Si è guadagnato la prima medaglia d’argento al valore militare nel ‘39 come capo formazione di una squadriglia di caccia bombardieri Fiat Br 20 durante la guerra civile iberica tra le fila dell’Aviazione legionaria La seconda decorazione l’ha conquistata invece in seguito alle numerosi missioni e alle incursioni nello spazio aereo londinese con il 43° stormo bombardamento, sempre ai comandi di una Cicogna, come veniva definito in gergo il bimotore che pilotava.

Nella sua abitazione di via Carlo Pizzi custodisce preziosi trofei insieme anche ad una croce di ferro di seconda classe tedesca e a molte altre mostrine e onorificenze. In occasione del traguardo del secolo di vita aveva ricevuto attestati di auguri da parte dei vertici dello Stato maggiore tricolore ma anche dell’ex ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Difficilmente accadrà ancora, sia perchè gli acciacchi dovuti al trascorrere del tempo cominciano a farsi sentire, tanto da non essere in condizioni di spostarsi troppo, sia perché i pubblici riconoscimenti avevano provocato rimostranze e polemiche perché l’aviatore è in Spagna ed è considerato una sorta di criminale di guerra, perché i bombardamenti a tappeto a cui ha partecipato furono, si legge in un’ordinanza giudiziaria, atti «indiscriminati contro civili, che avevano come unico scopo bombardare quartieri densamente popolati della città di Barcellona».

Pure i riconoscimenti attribuitigli dai generali del Terzo Raich continuano a rappresentare motivo di rimostranze. Lui però si è sempre difeso sostenendo di non aver mai bombardato città a tappeto, non avrebbe potuto a causa della contraerea e delle scarse dotazioni. E ha rinnegato anche il fascismo, sostenendo che all’epoca era giovane e di aver compreso solo da adulto gli sbagli commessi.