Il racconto choc di un'avvocatessa milanese: «Rapita e gettata nel burrone: voleva uccidermi»

Giallo in Valsassina, avvocatessa milanese denuncia il sequestro. Secondo il suo racconto è stata abbandonata a bordo di un'auto in corsa lanciata in un burrone dove poi si è fermata in verticale contro un albero di Stefano Cassinelli

L'automobile dell'avvocatessa ribaltata in un burrone

L'automobile dell'avvocatessa ribaltata in un burrone

Taceno, 14 ottobre 2014 - «Mi ha rapito, mi ha tenuta sequestrata tutto il giorno e poi mi ha gettata nel burrone con l’auto per uccidermi». Questo l’incredibile racconto di un’avvocatessa milanese che ieri verso le 19 è stata trovata da alcuni automobilisti ferita e sotto choc sulla Provinciale che collega Taceno a Vendrogno. La donna ai soccorritori ha raccontato di essere stata rapita da uno stalker che lei aveva già denunciato nel marzo scorso e che ieri le è salito in macchina costringendola a spostarsi prima nella Bergamasca e poi nel Lecchese, fino in Valsassina dove ha tentato di ucciderla.

Ma, secondo il racconto della donna che è al vaglio della Polizia, il suo persecutore l’avrebbe anche picchiata con violenza, avrebbe tentato anche di strangolarla con il cavo del telefonino e alla fine dell’incubo si sarebbe diretto verso il burrone con l’auto dicendole «adesso muori» per poi uscire all’ultimo momento dal veicolo in corsa.

Una storia difficile da credere ma che gli inquirenti stanno analizzando nel dettaglio e dai primi riscontri medici le ferite riportate dalla donna, che è ricoverata al Manzoni di Lecco, sono compatibili con il suo racconto delle violenze subite. Il veicolo usato per il presunto rapimento è stato posto sotto sequestro dalla Polizia. La donna ha raccontato di aver già denunciato lo stalker a marzo scorso e questo trova riscontro anche nelle dichiarazioni del marito che l’ha raggiunta al Pronto soccorso. L’uomo ha raccontato di aver provato a chiamare sua moglie due volte nel pomeriggio senza però avere risposta, ma di non essersi preoccupato pensando che la donna fosse impegnata in qualche udienza.

Certo è che a prescindere dal racconto la quarantenne è viva per miracolo. Infatti l’auto si è capovolta lungo il burrone andando a fermarsi in posizione verticale contro un grosso albero. Se non fosse finita contro quella pianta di lei non si sarebbe più saputo nulla. Per uscire dalla macchina si è infilata in un buco nel tettuccio del veicolo, ha raggiunto a fatica la strada e alla prima macchina che ha incontrato ha chiesto aiuto dicendo che il suo rapitore era ancora in giro. Gli agenti della Questura stanno facendo tutte le verifiche del caso, certamente la storia presenta dei particolari difficili da credere ma gli investigatori hanno deciso di non sottovalutare la vicenda e hanno messo in campo tutte le forze disponibili per arrivare al più presto possibile alla verità.