Niente soldi per i disabili delle scuole superiori

Crema, servizi a rischio per 170 ragazzi di Daniele Rescaglio

Un giovane in aula durante una lezione

Un giovane in aula durante una lezione

Crema, 21 agosto 2015 - Non ci sono i soldi per garantire una serie di servizi ai ragazzi disabili che frequentano le scuole superiori. È questa l’amara realtà che riguarda 170 giovani, la maggior parte dei quali vive a Crema e Cremona, e le loro famiglie. «Siamo tra l’incudine e il martello – spiega il presidente della Provincia di Cremona, Carlo Vezzini – da una parte ci tagliano fondi, aumentano la tassazione e dall’altra siamo obbligati a garantire un servizio». Trasporto scolastico, assistenza educativa durante l’orario scolastico e supporto al disagio sensoriale, questi in soldoni i servizi che fino a maggio la Provincia ha garantito. «Si tratta di una cifra, pensando allo storico, che si aggira intorno al milione e centomila euro – sottolinea Vezzini – soldi che in questo momento non abbiamo. La Regione ha messo sul piatto 10 milioni di euro da dividere tra tutte le province lombarde, mentre lo Stato 30 milioni di euro da suddividere tra le cento province italiane». Morale ad oggi non si conosce ancora quale sarà l’entità del finanziamento che arriverà alla Provincia e che quindi ricadrà sull’utenza. «Quando avremo i soldi li gireremo subito al servizio, ma per il momento non conosciamo nemmeno l’entità di quanto ci sarà assegnato» afferma Vezzini.

Intanto nei giorni scorsi la situazione è stata presentata alle famiglie: lo stesso presidente ha scritto una lettera palesando lo stato dei fatti e mettendo anche le mani avanti su quello che potrebbe succedere a settembre. E proprio su questo tema l’onorevole cremasco Franco Bordo (Sel), ha presentato un ordine del giorno che impegna la Camera a considerare il problema il prima possibile: «La lettera recentemente inviata dal presidente della Provincia di Cremona, Vezzini per informare le famiglie della situazione di grave difficoltà nella quale si trova l’ente nel garantire l’assistenza a chi ne fa richiesta e quindi l’incertezza sulla possibilità di garantire i servizi evidenzia bene la mancanza di responsabilità e diciamo pure di umanità del governo Renzi attorno a questo tema» afferma Bordo che chiede che le Province siano messe nelle condizioni di poter garantire il servizio, altrimenti se ne occupino Stato o Regione.