Cede la roccia del sentiero, escursionista muore dopo un volo di 200 metri

Un volo di duecento metri, precipitando nel vuoto che gli si è improvvisamente aperto sotto i piedi. È sparito in un dirupo davanti ai due amici che lo accompagnavano Gabriele Fedrigo, 58 anni di Novate Milanese, mentre era impegnato in una ferrata ai Corni di Canzo, in località Terzalpe di Paola Pioppi

Un intervento del Soccorso Alpino

Un intervento del Soccorso Alpino

Canzo (Como), 29 settembre 2014 - Un volo di duecento metri, precipitando nel vuoto che gli si è improvvisamente aperto sotto i piedi. È sparito in un dirupo davanti ai due amici che lo accompagnavano Gabriele Fedrigo, 58 anni di Novate Milanese, mentre era impegnato in una ferrata ai Corni di Canzo, in località Terzalpe. L’incidente è avvenuto ieri poco prima delle 13. Al momento della tragedia il terzetto stava risalendo un sentiero impegnativo, ma non ritenuto particolarmente pericoloso dagli esperti. Si erano lasciati alle spalle un tratto di arrampicata, per il quale avevano indossato tutte le attrezzature di sicurezza necessarie: Fedrigo, impiegato come responsabile della sicurezza in un’azienda dove i due compagni di escursione lavorano come impiegati, è descritto da chi lo conosce bene come il più meticoloso di tutti. Sempre ben attento, in ogni circostanza, ad adottare qualunque misura che potesse evitare incidenti.

Non a caso gli amici si affidavano proprio a lui, che aveva fatto indossare ai suoi compagni le imbragature per tutto il tratto più a rischio. Giunti al punto in cui poi si è verificato l’incidente, al Passo della Vacca, si trattava solo di affrontare un piccolo saltello: giusto la distanza coperta dalle mucche mentre vanno al pascolo, meno di un metro, su un tratto di sentiero stretto dal quale si aprono strapiombi a destra e sinistra. Ma a questo punto Fedrigo ha perso un po’ d’equilibrio. Ed è scivolato. Ha cercato di aggrapparsi alla roccia, tentativo inutile: il sasso è infatti franato rovinosamente. Da quel momento, i due compagni non lo hanno più visto. Solo uno dei due ha avuto la percezione del punto esatto nel quale era caduto nel vuoto, indicandolo poco dopo agli uomini del soccorso alpino del Triangolo Lariano, che si sono calati alla sua ricerca.

Il corpo dell’uomo si trovava duecento metri più in basso, ormai senza vita. Il recupero, in una zona ai limiti dell’inaccessibile, è stato reso possibile dall’intervento dell’elisoccorso del 118, che ha utilizzato il verricello per recuperare la salma, portata poi fino a Erba. I due amici, nel frattempo, erano sotto choc, ma anche increduli che un tale incidente potesse essere accaduto proprio a Fedrigo: attento, preciso, meticoloso e previdente. Avevano scelto quel tragitto, solcato ogni anno da migliaia di persone, dirigendosi verso il Passo della vacca — dove si trova il saltello che è stato fatale a Fedrigo — in alternativa al sentiero che passa a una decina di metri da lì, più tranquillo ma senza particolarità. Un momento di sfortuna che non ha logica, nella caduta e in quel pezzo di roccia che avrebbe potuto salvarlo, e che invece è franato assieme a lui. I carabinieri di Asso hanno ricostruito l’incidente e coordinato i soccorsi, ma le operazioni non sono ancora terminate: oggi gli uomini del soccorso alpino, torneranno nel dirupo di Terzalpe per recuperare gli oggetti della vittima: lo zaino con i documenti, il telefono cellulare e le chiavi dell’auto con cui erano arrivati fino a Canzo, rimasta nel parcheggio dal quale è iniziata questa tragica escursione.