Gravedona, indagati due dirigenti dell'ospedale

Carla Nanni e Diego Spagnoli del Moriggia Pelascini accusati di aver truffato Asl e Regione

Il Moriggia Pelascini

Il Moriggia Pelascini

Gravedona, 10 ottobre 2015 - Codici di rimborso degli interventi alterati, per ottenere introiti non dovuti. Un profitto di oltre 400mila euro in poco più di un anno e mezzo, per il quale ora la Procura di Como accusa di truffa aggravata ai danni della Asl e della Regione Lombardia, il legale rappresentante dell’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona e il primario di Neurochirurgia. Nei rispettivi ruoli, secondo le accuse del sostituto procuratore di Como Simona De Salvo, che ha concluso le indagini a loro carico, Carla Nanni, 69 anni di Roma e il responsabile dell’unità di Neurochirurgia Diego Spagnoli, 55 anni, avrebbero indotto in errore Azienda sanitaria e Regione Lombardia in merito alla natura degli interventi di cui venivano man mano chiesti i rimborsi, determinando così un profitto ritenuto non dovuto. In particolare, per tutto il periodo contestato, vale a dire dalla fine del 2012 e per tutto il 2013, avrebbero inserito a rimborso il codice corrispondente a «altre procedure diagnostiche sul cervello e sulle meningi cerebrali», invece di quello, molto meno oneroso, di «rachicentesi», effettivamente eseguito sui pazienti.

A conti fatti, con un profitto di 425mila euro, corrispondente alla differenza tra quanto dovuto e quanto percepito. L’indagine era partita da un accertamento del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Como, che aveva notato una criticità e acquisito documentazione relativa a questo genere di intervento, e il relativo registro, per arrivare a incrociare la voce di rimborso chiesta. Erano poi stati fatti riscontri ulteriori alla Asl, che a sua volta aveva avviato verifiche interne.

Ora, a conclusione delle indagini con le quali si ritiene che gli inserimenti non fossero corrispondenti al reale intervento, la Procura avanza l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’ente pubblico a carico delle due figure ritenute di riferimento per queste procedure. Gli indagati I ritengono invece che non ci sia stata nessuna alterazione nelle richieste di rimborsi, e che la qualificazione del codice fosse in linea con le indicazioni della Asl e della Regione, che da parte loro non hanno mai mosso alcun rilievo all’ospedale. Si tratta di una vicenda giudiziaria che farà molto discutere su tutto il territorio.