Como, Bruni dai giudici per uscire da San Vittore

L'ex sindaco di Como accusato di bacarotta comparirà mercoledì davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano

Stefano Bruni

Stefano Bruni

Como, 11 giugno 2016 - L'ex sindaco di Como Stefano Bruni, comparirà mercoledì, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano. I motivi del ricorso saranno depositati contestualmente all’udienza, dal suo avvocato Giuseppe Sassi, ma vanno evidentemente nella direzione della richiesta di una attenuazione della misura cautelare in carcere, a cui si trova sottoposto dal 26 maggio scorso, data del suo arresto e del trasferimento in carcere a San Vittore.

Assieme ad altri quattro indagati - Daniele Bizzozero, 66 anni, patron del Lecco Calcio, Johannus Maria Wilhelmus Demers, 52 anni, origini olandesi e residente a Lugano, a cui sono riconducibili centinaia di milioni di titoli americani emessi da Jp Morgan, Luigi Virgilio, abruzzese di 67 anni, manager del settore finanziario che avrebbe dovuto traghettare Aipa fuori dalla situazione in cui si trovava a causa della precedente gestione, e infine Francesco Pierangeli, 73 anni residente in Umbria, intermediario finanziario a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari – è accusato di bancarotta fraudolenta di due società, la Aipa e la Mazal.

Al centro della vicenda, si collocano appunto i titoli emessi dalla Jp Morgan, ritenuti l’origine del dissesto societario. Finora Bruni ha sostenuto due interrogatori: il primo il 15 aprile, davanti al al sostituto procuratore Donata Patricia Costa, titolare dell’indagine,a cui ha spiegato il suo ruolo nella vicenda per cui è indagato, ma all’epoca non ancora colpito da custodia cautelare. Le dichiarazioni sere in quella circostanza, sono state ritenute «inverosimili» dal milanese Maria Cristina Mannocci, giudica i contenuti dell’interrogatorio che lo scorso 15 aprile Stefano Bruni ha reso al sostituto procuratore Donata Patricia Costa. Allo stesso gip, ha risposto il 30 maggio, in occasione dell’interrogatorio di garanzia reso a San Vittore, a cui aveva detto di non aver sostenuto mai nessun dubbio sulla spendibilità dei titoli utilizzati nelle operazioni, e da lui veicolati: «Erano stati periziati – aveva detto – con esito favorevole, e inoltre erano accettati dalle banche, senza manifestare alcuna criticità».

Ora, soprattutto dopo essersi sottoposto all’interrogatorio di garanzia e aver risposto alle domande del giudice, Bruni chiede una modifica della misura cautelare che da due settimane lo tiene in carcere. I motivi della mutazione delle condizioni cautelari, saranno spiegati ai giudici, ma è molto probabile che puntino a sostenere il venir meno della possibilità di reiterazione del reato.