Violentava minori adescati in stazione: preso alla frontiera pedofilo latitante

L'uomo è stato fermato nel pomeriggio di sabato dagli agenti della polizia di frontiera di Como a due passi dal confine con la Svizzera, in via Bellinzona, in compagnia di tre ragazzi Rom, uno dei quali minorenne di Roberto Canali

La polizia di frontiera (Cusa)

La polizia di frontiera (Cusa)

Como, 17 agosto 2015 - Anche da latitante, ricercato dal maggio scorso sia in Italia sia in Francia, gli era impossibile resistere a quella sua passione, malata, per gli adolescenti, in alcuni casi poco più che bambini. Una perversione che aveva fatto finire A.G., 52 anni di origini campane, nell’elenco di una pericolosa rete di pedofili che per mesi aveva adescato e violentato ragazzi e ragazze, la maggior parte dei quali di etnia Rom, all’interno della Stazione Termini di Roma. Per pochi euro o in alcuni casi addirittura gratis, dietro la promessa di regali o di lanciarli nel mondo del porno, i ragazzi finivano preda dei loro carnefici, utilizzando come alcove i treni dismessi i nei locali di servizio della stazione. Proprio questo insolito viavai, registrato dalle telecamere di sicurezza interna, aveva insospettito gli uomini della Polfer che nel maggio scorso, dopo mesi di indagini, organizzarono un blitz acciuffando diversi pedofili ed emettendo una decina di mandati di cattura. All’operazione era sfuggito A.G., fermato nel pomeriggio di sabato dagli agenti della polizia di frontiera di Como a due passi dal confine con la Svizzera, in via Bellinzona, in compagnia di tre ragazzi Rom, uno dei quali minorenne. Insospettiti dal loro comportamento, i poliziotti hanno portato tutti in Questura, scoprendo che nei confronti dell’uomo era stato emesso un mandato di cattura internazionale. Condotto al carcere Bassone di Como già nelle prossime ore verrà messo a disposizione della Polfer di Roma, che sta indagando su una rete di coperture e complicità estesa ben oltre i confini della capitale. Ragazzi e ragazze, dai 13 ai 17 anni, si prostituivano a pochi passi dalle banchine affollate di passeggeri, nei bagni della stazione o sui vagoni dismessi, che spesso diventano dormitori per disperati. I loro clienti erano uomini dai 35 agli 80 anni, che arrivavano appositamente a Termini grazie alla ferrovia anche da altre città italiane. Nella lista dei 17 indagati compaiono anche un parroco sessantottenne del viterbese, un sacerdote di Fiumicino e diversi insospettabili professionisti, per otto di loro sono scattate le misure cautelari. Se il “Meeting Point”, dal nome dell’inchiesta così ribattezzata dalla Polfer, era Termini, il tam tam tra i pedofili passava attraverso internet, anche grazie alle fotografie di uno dei due sacerdoti, nel cui computer sono state trovate oltre 40mila foto osé, molte delle quali scattate ai ragazzi proprio all’interno della stazione.