Pontevico, il sindaco va contro la prefettura: "Coi profughi a rischio l’ordine pubblico"

Una decina nella ex sede della Provinciale «vicino alla moschea»

Proughi

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Pontevico (Brescia), 5 settembre 2015 - Il sindaco di Pontevico, Roberto Bozzoni, è un fiume in piena nel commentare la telefonata che gli è giunta ieri mattina dalla Prefettura di Brescia, con la quale gli è stato comunicato l’arrivo a Pontevico di decina di profughi: «L’unica consolazione in tutta questa storia - spiega il primo cittadino pontevichese - è che siamo riusciti a scongiurare la tendopoli nell’area esterna dell’ex caserma della polizia provinciale che sarebbe stata la soluzione più sgradita. Per il resto, purtroppo, dopo aver cullato per diverse settimane la speranza di essere riusciti a scongiurare con le nostre rimostranze l’arrivo dei profughi a Pontevico, adesso abbiamo la certezza che arriveranno. E’ solo questione di ore (forse già tra oggi e domani) e poi l’ex caserma della polizia provinciale di via Brescia, area di proprietà della Provincia di Brescia (e quindi sulla quale il Comune non ha alcun potere), ormai dismessa e in condizioni di sostanziale abbandono, diventerà il punto di accoglienza dei profughi. Per il momento ci dicono che non saranno più di una decina, ma non abbiamo alcuna garanzia in proposito».

Il sindaco di Pontevico Roberto Bozzoni della Lega (Fotolive)

Il sindaco Bozzoni sottolinea con forza i due aspetti che emergono da questa vicenda: «La svolta repentina che è stata impressa a questa vicenda non prende in considerazione che accanto all’ex caserma si trova la cosiddetta moschea. Aggiungere in un punto già critico questa nuova struttura vorrebbe dire mettere seriamente a repentaglio la sicurezza e l’ordine pubblico. Proprio in questo senso non riesco a capire perché una decisione tanto importante venga semplicemente comunicata a un’amministrazione comunale, senza che questa possa prendervi parte o far sentire la sua opinione. E’ nostro dovere tutelare i diritti e gli interessi della nostra comunità e del nostro territorio, non possiamo accettare che simili scelte vengano prese altrove».

Anche le condizioni igienico-sanitarie suscitano forti perplessità: «Un edificio in evidente degrado come l’ex caserma non può non far sorgere dubbi sulle condizioni nelle quali poi si troveranno a vivere i rifugiati che arriveranno a Pontevico. Quando si parla di accoglienza ci si deve ricordare che è necessario accogliere essere umani e quindi non è possibile stivarli come merce in un magazzino. E’ per tutte queste ragioni che il nostro Comune continuerà a far sentire la sua voce, ribadendo la sua ferma contrarietà a questa scelta».