Quando la libertà era avere padroni, nel monastero a scuola di Medioevo

A Capo di Ponte studiosi a confronto per tre giorni tra mille suggestioni

Una scena tratta dal film "Il nome della rosa"

Una scena tratta dal film "Il nome della rosa"

Capo di Ponte (Brescia), 12 luglio 2017 - «La scelta della libertà nel Medioevo potrebbe suonare quasi provocatoria, tanto la cultura corrente è abituata a considerare il medioevo come l’epoca della negazione di ogni forma di libertà. L’idea medievale di libertà era infatti profondamente diversa da quella che si è affermata a partire dalla Rivoluzione francese. Essa nei secoli di mezzo, più che sull’autonomia dell’individuo, si fondava sulla capacità del singolo di costruire rapporti sociali, a volte anche di dipendenza». Nicolangelo D’Acunto, professore ordinario di Storia Medievale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, spiega così l’idea della Prima Scuola di Studi medievali in programma da domani al 15 luglio nel cuore della Val Camonica: il monastero di San Salvatore a Capo di Ponte (Brescia), luogo dove le suggestioni medievali e cluniacensi avvolgono ancora il visitatore.

Ma se la scelta di parlare di Libertà nel Medioevo sembra provocatoria, è ancor più interessante che a discuterne siano dodici giovani studiosi in discipline medievistiche provenienti da diverse sedi universitarie italiane e straniere. Ognuno di loro avrà 25 minuti per spiegare a colleghi e docenti la propria interpretazione della ‘Libertas’. Sarà interessante capirne la chiave di lettura che ne daranno questi giovani abituati alla libertà digitale; un confronto arduo. Saranno infatti chiamati a misurarsi, come spiega ancora D’Acunto, con un mondo feduale dove «avere uno o più signori era letto come un segno di prestigio e non di sudditanza, come potremmo pensare noi moderni, in quanto la qualità e la quantità dei rapporti sociali esprimeva la misura della propria effettiva possibilità di relazionarsi efficacemente con il contesto sociale».

«Si capisce – spiega ancora il docente della Cattolica - perché nel Medioevo libertà fosse sinonimo di privilegio. In una società priva di Stato i detentori della sovranità potevano costruire la propria rete di potere solo creando delle situazioni di eccezione, garantendo dei privilegi ai propri fedeli». Sono previsti gli interventi di specialisti universitari. Glauco Maria Cantarella (Università degli Studi di Bologna), Guido Cariboni (Università Cattolica del Sacro Cuore), e Andrea Zorzi (Università degli Studi di Firenze). L’iniziativa che, quest’anno ha il suo battesimo è organizzata dal Cesime (Centro di Studi sugli Insediamenti Monastici Europei dell’Università Cattolica di Brescia, diretto dallo stesso Nicolangelo D’Acunto), in collaborazione con la Fondazione Camunitas e la Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica. Si svolge nell’ambito del progetto «LabOratorium – L’Officina Culturale di San Salvatore», promosso da Fondazione Camunitas in collaborazione e con il supporto organizzativo di Fondazione Scuola Cattolica di Valle Camonica, il patrocinio di Provincia di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, Comune di Capo di Ponte, il sostegno di Fondazione Tassara e Finanziaria di Valle Camonica. Scopo di LabOratorium è quello di valorizzare il monastero di San Salvatore in Capo di Ponte trasformandolo in un centro di formazione, invenzione, cura e divulgazione per i giovani e il territorio della Valle Camonica. Per questo alcune lezioni della Scuola estiva di studi medievali saranno gratuitamente aperte al pubblico.