Parroco arrestato per abusi su minore: la Procura ha chiuso le indagini

Un 15enne ha raccontato di due anni di violenze: "Se non fai così finirai all'inferno"

Con il Covid il disagio è aumentato

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Darfo, 16 febbraio 2017 - Nei giorni scorsi dalla Procura di Brescia gli è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini e ora ha la possibilità di farsi ascoltare dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani prima che questo chieda il suo rinvio a giudizio. E’ prossima quindi ad arrivare in un’aula del palazzo di Giustizia di Brescia la vicenda di don Angelo Bianchetti, l’ex parroco di Corna di Darfo (in Val Camonica), arrestato lo scorso giugno con l’accusa di avere abusato per due anni di un ragazzino che il prossimo aprile compirà 15 anni. Era stato proprio l’adolescente a denunciare le violenze subite dal sacerdote a cui si era rivolto per potere ottenere il sacramento del battesimo. Il ragazzino aveva raccontato tutto a un sacerdote di Milano che gli aveva consigliato di rivolgersi ai carabinieri. Il giovane accompagnato dai familiari aveva quindi chiesto aiuto ai militari che coordinati dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani hanno in fretta ricostruito tutta la drammatica vicenda.

«Mi faceva entrare nel cucinino della sua abitazione lì avvenivano gli incontri – aveva raccontato l’adolescente vincendo la vergogna e il dolore per quanto subito – Accadeva due volte al mese e mi diceva di non raccontare nulla di quello che accadeva lì in quella stanza. Mi diceva che se non facevo così sarei finito all’inferno». Un racconto drammatico che hanno portato gli inquirenti a chiedere l’arresto per il 55enne parroco camuno finito ai domiciliari. Il racconto del ragazzino aveva trovato poi riscontro in alcuni oggetti trovati nell’abitazione del sacerdote che nel corso dell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Nel corso di una perquisizione i carabinieri avevano trovato una coperta uguale a quella sulla quale il quindicenne aveva detto di essere stato abusato dal parroco. In una cassaforte presente nell’abitazione erano poi stati trovati preservativi e lubrificanti del tutto simili a quelli descritti agli inquirenti dal quindicenne. La diocesi di Brescia aveva subito sospeso don Bianchetti (lo scorso agosto la parrocchia è stata affidata a un altro sacerdote) manifestando la propria vicinanze alle persone coinvolte nella vicenda. Nei giorni successivi all’arresto un altro uomo aveva raccontato di essere stato pure lui abusato da don Bianchetti più di 20 anni prima quando il sacerdote, allora 29enne, era viceparroco ad Artogne.